martedì 17 aprile 2012

LILITH & THE SINNERSAINTS - A Kind of Blues



Se Dome La Muerte è il Keith Richards italiano, la nostra Marianne Faithfull - per intensità, emozioni, profondità - è senza dubbio Lilith. Che, guarda caso, con Dome suonava nei leggendari Not Moving, la più dirompente underground band che la Penisola abbia mai generato.

A quattro anni dal suo ultimo lavoro, la "nera signora" della nostra scena indipendente ritorna accompagnata dai fidi Sinnersaints (Tony Face alla batteria e Massimo Vercesi, chitarra e basso) e da un manipolo di valenti musicisti come Luca Giovanardi dei Julie’s Haircut, Ferruccio Quercetti dei Cut, Paolo Apollo Negri del Link Quartet, Pier Adduce dei Guignol, Nicola Faimali della band di Dente.

"A Kind of Blues", titolo che fa il verso al classico di Miles Davis del 1959, prosegue il percorso artistico intrapreso anni or sono da Lilith andando a scovare l'anima più nera e blues della singer piacentina. E mostrandone anche il volto più intimamente legato alla canzone d'autore (splendido il remake de "La Notte" di Adamo), quando non alla musica popolare ("Wake Up and Go") e alla sua "tradizione": con una nuova strabiliante versione di "Baron Samedi", primo brano inciso dai Not Moving, con la cover acustica di "Lazy" dei Nuns (che personalmente ho sempre trovato il gruppo più vicino per sonorità ai Not Moving, più di Cramps e Gun Club a cui tutti li hanno sempre accostati) e con l'esplosione chitarristica di "Mr Know It All" con citazione finale di "Blank Generation" di Richard Hell & The Voidoids.
Intrigante anche l'omaggio agli Statuto di "Ghetto", una versione scarnificata per dare ancora più forza al testo.

Con quella sua voce arrochita Lilith mostra ancora una volta di essere molto di più di una rocker di mezza età. Un'artista a tutto tondo, a cui il tempo ha regalato e non tolto un fascino e un magnetismo senza confini.

1 commento:

tony-face ha detto...

Grazie mille , bellissima rece.