lunedì 4 giugno 2012

Qualcuno aiuti il soldato Buffon!




A volte, è vero, la toppa è peggio del buco. Come le uscite di Buffon. Non quelle sul campo: lì si è sempre dimostrato un campione. Ma quelle fuori. Le interviste improvvide, le sparate contro tutto e tutti.
Possiamo passargli il fatto che “anche se avesse visto il pallone entrare non l’avrebbe detto all’arbitro” (in occasione del gol fantasma di Muntari, in Milan-Juve): non proprio un esempio di fair play.

Non mi scandalizzo neanche, come hanno fatto in molti (che evidentemente non hanno mai giocato a calcio, neppure tra gli Allievi o nelle serie minori), quando afferma che, a fine campionato, sono “meglio due feriti che un morto” facendo una semplice constatazione di quello che nel calcio italiano, e non solo (pensate a Danimarca-Svezia, Europei 2004: pareggio per 2-2 e azzurri a casa), è una prassi scontata: il “biscotto” tra due squadre a cui il pareggio va bene.

Ma l’ultima uscita del portierone azzurro merita una censura.
“Con i miei soldi faccio quello che voglio”. E no, caro Gigi: con i tuoi soldi non puoi fare quello che vuoi. Perlomeno non puoi fare scommesse o farle fare ad altri per conto tuo.
Lo vieta espressamente una norma della Figc.
Per cui se c’è solo anche il minimo sospetto che i tuoi soldi siano finiti in scommesse sul campionato di calcio, dovresti spiegare perché dal tuo conto a quello di una tabaccheria di Parma sono transitati assegni per oltre 1,5 milioni di euro.
Non te la puoi cavare dicendo che “con i tuoi soldi fai quello che vuoi”.
Intanto perché non è così e poi perché dal capitano della Nazionale ci attendiamo comportamenti cristallini. Non solo devi essere onesto, devi anche sembrarlo. Lo richiede il tuo ruolo.

Non sono colpevolista, non sono come la maggior parte degli italiani che in questo periodo si sono fatti infettare dal virus del giacobinismo e vogliono vedere rotolare le teste (degli altri, ovviamente…), non mi piace la gogna mediatica.
Penso che uno sia innocente fino a quando non è dimostrato il contrario. E ancora nessuno ha dimostrato che i soldi di Buffon non siano serviti, ad esempio, per comprare Rolex o case, e non per fare scommesse.
Ma proprio per questo, se sei sicuro di non essere stato preso in fallo, dovresti semplicemente smentire il sospetto di avere fatto puntate milionarie sul campionato di calcio e dimostrare (a chi indaga, non a noi) dove sono finiti quei soldi. Niente di più semplice, niente di più trasparente.

A noi basterebbe che il capitano della Nazionale dicesse: “Non ho nulla da nascondere, dimostrerò ai magistrati la completa estraneità ai fatti che mi si contestano”.
Invece no: prima l’attacco alla magistratura, ora questa infantile e irritante dichiarazione.
Per favore, qualcuno aiuti il soldato Buffon: lo faccia tacere.

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