Se il buongiorno si vede dal mattino…il 2008 è iniziato proprio male!
Come se non bastasse l’ingerenza vaticana negli affari italiani, di cui l’episodio della “Sapienza” è solo la punta dell’iceberg, ci ritroviamo ora anche senza governo.
Come se non bastasse l’ingerenza vaticana negli affari italiani, di cui l’episodio della “Sapienza” è solo la punta dell’iceberg, ci ritroviamo ora anche senza governo.
Con la prospettiva di nuove elezioni con il "Porcellum" antidemocratico di Calderoli. O, forse anche peggio, con l’ipotesi di un governo tecnico o di larghe intese.
In questo quadro opaco si staglia la figura di Romano Prodi che ha dato prova di essere un leader politico con la “L” maiuscola.
Il Presidente del Consiglio per quasi due anni ha tenuto insieme una coalizione sin troppo eterogenea e rissosa, e ha portato a casa dei risultati.
In questo quadro opaco si staglia la figura di Romano Prodi che ha dato prova di essere un leader politico con la “L” maiuscola.
Il Presidente del Consiglio per quasi due anni ha tenuto insieme una coalizione sin troppo eterogenea e rissosa, e ha portato a casa dei risultati.
Certo non erano i risultati che ci attendevamo.
Ma di più, visto il quadro politico, era impossibile fare.
Ma di più, visto il quadro politico, era impossibile fare.
Dopo cinque anni di regime berlusconiano, le aspettative dell’elettorato di sinistra erano altissime: ci saremmo aspettati immediatamente l’abolizione delle vergognose leggi “ad personam”, la legge sul conflitto di interessi e sul riordino del sistema radiotelevisivo, quella sulle unioni civili e sul testamento biologico, il superamento della legge Biagi.
Ma in politica contano i rapporti di forza e i rapporti di forza derivano dai numeri. Che purtroppo né Romano Prodi né l’ala sinistra della coalizione avevano.
Con quei numeri risicati, e le continue minacce di crisi da parte dei cosiddetti moderati, il governo Prodi ha raggiunto il massimo compromesso possibile.
In economia ha risanato i conti pubblici, riportando in attivo il bilancio primario azzerato dal precedente governo. E soprattutto ha iniziato con serietà e determinazione la lotta a quella vergogna nazionale che è l’evasione fiscale.
Ma in politica contano i rapporti di forza e i rapporti di forza derivano dai numeri. Che purtroppo né Romano Prodi né l’ala sinistra della coalizione avevano.
Con quei numeri risicati, e le continue minacce di crisi da parte dei cosiddetti moderati, il governo Prodi ha raggiunto il massimo compromesso possibile.
In economia ha risanato i conti pubblici, riportando in attivo il bilancio primario azzerato dal precedente governo. E soprattutto ha iniziato con serietà e determinazione la lotta a quella vergogna nazionale che è l’evasione fiscale.
In politica estera ha ribaltato la rotta americanista di Berlusconi, puntando nuovamente sull’Europa. Ha assunto responsabilità con l’invio della forza di interposizione in Libano. E, soprattutto, ha conseguito un successo memorabile con la moratoria della pena di morte alle Nazioni Unite.
Tanto c’era ancora da fare e tanto, forse, sarebbe stato possibile fare. Stando alle ultime dichiarazioni di Giordano, una volta risanati i conti pubblici sarebbe finalmente iniziata un’opera di redistribuzione verso il basso del cosiddetto “tesoretto”, del surplus delle entrate fiscali.
Ma non è stato possibile grazie ai cavalli di troia dei poteri forti (Dini e Mastella), influenzati dal Vaticano.
In questo quadro politico frammentato e complesso, Romano Prodi ha mostrato di possedere una grande correttezza istituzionale e di rispettare la Costituzione Repubblicana.
A Mastella che aveva aperto la crisi nel salotto televisivo di “Porta a Porta”, ha risposto riportandola nel suo alveo naturale: il Parlamento.
E dopo aver incassato la fiducia della Camera, si è presentato al Senato.
Per inchiodare alle proprie responsabilità coloro che volevano la caduta del governo.
Tanto c’era ancora da fare e tanto, forse, sarebbe stato possibile fare. Stando alle ultime dichiarazioni di Giordano, una volta risanati i conti pubblici sarebbe finalmente iniziata un’opera di redistribuzione verso il basso del cosiddetto “tesoretto”, del surplus delle entrate fiscali.
Ma non è stato possibile grazie ai cavalli di troia dei poteri forti (Dini e Mastella), influenzati dal Vaticano.
In questo quadro politico frammentato e complesso, Romano Prodi ha mostrato di possedere una grande correttezza istituzionale e di rispettare la Costituzione Repubblicana.
A Mastella che aveva aperto la crisi nel salotto televisivo di “Porta a Porta”, ha risposto riportandola nel suo alveo naturale: il Parlamento.
E dopo aver incassato la fiducia della Camera, si è presentato al Senato.
Per inchiodare alle proprie responsabilità coloro che volevano la caduta del governo.
Che è caduto, come era prevedibile.
E ora?
Tempi bui ci aspettano.
1 commento:
condivido.
Però rimangono un sacco di interrogativi/incazzamenti:
la legge elettorale "porcellum" approvata a botte di maggioranza a fine legislatura precedente, è la causa di questa ingovernabilità. Perchè il fatto non è stato denunciato a tamburo battente giorno e notte?
Perchè si è colpevolmente chiuso un occhio sul fatto che le schede bianche sono diventate azzurre?
perchè come primo atto non si è risolto il conflitto d'interessi mettendo il manganellatore catodico fuorigioco per sempre?
Cadere per cadere almeno ci si prova!
Perchè oltre che coi numeri risicati, non deve essere facile governare un paese manipolato 24h su 24 da 5 reti, 24 giornali, 57 radio etc etc...
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