mercoledì 15 ottobre 2008

Veltrusconi: il nuovo che avanza


Era il 2 febbraio 2002 quando Nanni Moretti prese la parola sul palco di Piazza Navona per gridare che con questi dirigenti ci saremmo tenuti Berlusconi e i suoi sodali per altri venti anni.

Ahinoi, aveva ragione.

Sei anni dopo la classe dirigente della sinistra è sempre identica a se stessa.
Dopo aver vagheggiato il sorpasso all'ultimo miglio, per poi perdere malamente le elezioni di aprile, Walter Veltroni ha iniziato timidamente la legislatura come principale esponente dell'opposizione.

Un'opposizione tenue, praticamente invisibile.

Tanto da farsi facilmente scavalcare a sinistra da Di Pietro, l'unico esponente politico in Parlamento ad opporsi seriamente al governo. Entrando cioè nel merito delle questioni: da Alitalia al conflitto di interessi passando per il lodo Alfano/Ghedini e l'ineleggibilità dei condannati.

Forse perchè i sondaggi lo davano in caduta libera, Veltroni - dopo averci ammonito per anni che l'antiberlusconismo non serviva a niente ed era anzi controproducente - si è accorto che il Cavaliere al governo è un'anomalia tutta italiana, che il coacervo di interessi e poteri che egli incarna non è degno di una democrazia e che con questo tipo di maggioranza populista non è possibile dialogare.

Erano le avvisaglie del nuovo corso veltroniano?
Di un'opposizione più dura e mordace?
Macchè!

Il buon Walter ha prima affermato, pacatamente, che la manifestazione indetta per il 25 ottobre poteva tranquillamente essere annullata se il Governo avesse dialogato sulla crisi finanziaria.
Poi, nel migliore stile consociativo da Prima Repubblica, ieri ha proposto a Berlusconi un bello scambio "do ut des": a noi la presidenza della commisione di vigilanza Rai, a voi un giudice laico al Csm.
Un capolavoro politico, oltre che un perfetto esempio di opposizione lucida coerente.

Non c'è speranza.
Moretti/Cassandra aveva ragione: con questa classe dirigente a sinistra, ci terremo Berlusconi per i prossimi vent'anni!


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