lunedì 17 ottobre 2011

A mente fredda



Due giorni dopo la manifestazione di Roma, forse è il caso di tornare a ragionare su quello che è successo e trarre alcune considerazioni. A mente fredda.


I black bloc e l'intelligence

Gli incappucciati con le felpe nere e i caschi in testa non hanno preso in ostaggio solo una piazza, ma una moltitudine di persone, 200mila circa, che stavano manifestando la loro indignazione contro un sistema economico e sociale palesemente ingiusto. Che ha creato la crisi economica e che, adesso, ne fa pagare il prezzo più alto alle persone comuni.
Le vere vittime dei black bloc sono i cittadini che volevamo manifestare pacificamente.
Vittime della violenza di strada e vittime di una mancata prevenzione e gestione della piazza.
Da due giorni ho una domanda che mi frulla, insistente, in testa: ma i nostri servizi di intelligence, i famigerati servizi segreti italiani, sempre in prima linea nelle stragi di Stato e nei successivi depistaggi, non sapevano nulla dell'onda nera che stava per arrivare a Roma?
Le risposte sono due. Entrambe inquietanti.
Se lo sapevano, perchè non sono intervenuti in tempo, intercettando teppisti e armi?
Se non lo sapevano, che ci stanno a fare? E perchè non sono cadute subito delle teste, a partire dai responsabili dell'Aisi (ex Sisde), prefetto e questore di Roma?

Il ruolo dei media
I media italiani, nessuno escluso, hanno cavalcato l'onda della guerriglia urbana.
Di fatto togliendo la voce al 99% delle persone arrivate a Roma da ogni dove e ignorando i temi all'ordine del giorno. La cronaca delle violenze a via Labicana e a piazza San Giovanni ha oscurato la notizia vera: che il movimento degli indignati è non violento, che sono stati i manifestanti ad allontanare dal corteo i black bloc.
Ma, il giorno dopo, il precariato, una vita senza futuro e senza speranza per due generazioni, lo smantellamento programmato del welfare, erano spariti da televisioni e giornali. Tutti intenti a parlare della violenza di strada.
Il giornalismo italiano ha perso un'occasione per guardare oltre il dito. E raccontare la realtà nelle sue mille sfaccetture, nella sua complessità: si è fatta una semplificazione inutile e grossolana, tralasciando la notizia vera.


La politica
La classe dirigente italiana, di destra e di sinistra, ha mostrato ancora una volta la sua inadeguatezza, la sua congenita incapacità a leggere cosa accade nella società italiana del 2011. Tutte le dichiarazioni degli esponenti di partito condannavano la violenza della minoranza dei black bloc. Nessuno, o quasi, ha parlato delle ragioni che hanno spinto 200mila persone a darsi appuntamento a Roma per manifestare pacificamente.
A parte Nichi Vendola, che ha correttamente parlato di due manifestazioni, paradossalmente le parole più sensate sono arrivate da Alemanno e Maroni. Che hanno detto chiaramente che i manifestanti, le associazioni e i partiti di sinistra nulla c'entravano con i teppisti organizzati che hanno messo a ferro e fuoco la città. E da Letta (Pd) che ha chiesto che non venissero dimenticate le ragioni di chi protesta.
Ma la maggior parte non ha saputo andare oltre le dichiarazioni di rito contro la violenza o, peggio ancora, c'è stato chi (vedi Larussa o Gasparri) ha tentato di gettare benzina sul fuoco e strumentalizzare l'accaduto. Seguito a ruota dalla stampa di regime: il Giornale, Libero e la Padania.

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Post scriptum: tra i tanti commenti a caldo raccolti da SkyTG24 mi ha colpito quello di una distinta signora di mezza età che ha dichiarato che la vera violenza è quella del governo che, ai tempi della crisi, regala posti di viceministro e sottosegretario a chi ha venduto il suo voto di fiducia...


(foto di Nello Nobile. Thanks)

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