giovedì 27 ottobre 2011

PORT OF SOULS - The Life and The Damage Done




Quando mi arriva un dischetto nero di vinile formato sette pollici, la cosa basta a mettermi di buon umore per almeno una mattinata. Perchè dimostra che, nonostante l'ormai definitiva vittoria della musica impalpabile e digitale, esistono ancora sacche di resistenza (come la Bad Man, www.badman.it) che preferiscono ancora la vecchia fabbrica di dischi con i buchi e si rivolgono ad altri carbonari, come il sottoscritto, che usano vecchi apparecchi fonografici del secolo scorso per ascoltare il rocchenroll!

Poche cose nella vita ti danno più piacere di ricevere un disco per posta, aprire il pacco, sfilare il vinile dalla copertina, piazzarlo sul piatto, pulirlo con la spazzolina al carbonio e girare il selettore su 33 o 45 giri.
E, dopo avere completato il rito sacro, alzare il volume a go-go!

Se poi sui solchi del vinile sono impressi brani di rock'n'roll urticante e sguaiato come quello dei Port of Souls meglio ancora. Basta un'occhiata al mutante raffigurato sulla copertina per capire cosa ci attende nei prossimi minuti: la maglietta che indossa, degli indimenticabili Gun Club, e il logo dei Black Flag tatuato sul braccio destro, sono già un buon biglietto da visita.

E così "Mutant Tonight" e le ancora più nervose "Lick My Pick" e "Skinning Little Humans" (sulla flipside) colpiscono nel segno per la loro miscela di rock'n'roll in bassa fedeltà, deviato verso il punk più ubriaco e molesto.
Musica scritta, suonata e vissuta nei sotterranei.
Dedicata ai veri e mai celebrati eroi del rock'n'roll (like you): never in the spotlight, always in the fight!

1 commento:

Cirano ha detto...

nostalgia del vinile.....ed in particolare del suono che riusciva a riprodurre.
Allora non capivo la cura maniacale che avevano in tanti per i dischi, trattati come se fossero degli oggetti sacri, oggi ne ho appunto nostalgia.