mercoledì 15 giugno 2011

L'ultima foto alle mafie



Un concorso fotografico per dire addio alle mafie. Lo lancia l'associazione daSud, in occasione della quarta edizione della "Lunga Marcia della Memoria", l'appuntamento annuale per ricordare le vittime innocenti della criminalità organizzata che soffoca ormai non solo il Sud, ma tutto il paese.

L’invito è raccontare le mafie, presenti ovunque e in diverse forme, su tutto il territorio nazionale.
Vittime, sottosviluppo, violenza ma anche antimafia, esperienze virtuose, lotte ed esperienze di resistenza.
Nuove forme che le mafie assumono, sfruttamento, migranti, grandi opere, finanza, edilizia, ambiente e lavoro…
Un modo per interrogarsi su cosa è la mafia e su cosa deve essere l’antimafia oggi.
Un tentativo di fotografare le mafie per l’ultima volta con l’impegno di una lotta che ci consegni un futuro libero dalle mafie.

Le foto vanno spedite entro e non oltre il 10 luglio 2011 per le foto digitali, il 5 luglio per quelle stampate.

La giuria del concorso sarà presieduta da Tano D’Amico.
I premi consistono in un assegno da 500 € per la prima foto selezionata, una raccolta completa delle grafic novel della collana "Libeccio" della casa editrice Round Robin per la seconda, mentre il terzo classificato riceverà una targa dell’associazione daSud.

A tutti i finalisti verrà dato un attestato di partecipazione e la maglietta della Lunga marcia della memoria o dell’associazione daSud. In palio anche il premio speciale “Lollò Cartisano”, assegnato dai familiari del fotografo ucciso dalla ‘ndrangheta.

Tutti i lavori finalisti saranno parte di un’esposizione virtuale e di una mostra itinerante le cui tappe verranno comunicate prossimamente. L’associazione daSud provvederà alle stampe per l’esposizione e alla pubblicazione di un book.

Per partecipare e per maggiori informazioni: http://premiodasud.wordpress.com/

lunedì 13 giugno 2011

VITTORIA!!!


Una vittoria così netta (57% di affluenza alle urne, quorum superato abbondantemente: non succedeva dal 1993) con percentuali bulgare di SI ha due significati.

Il primo, quello specifico, è che la maggioranza degli italiani ripudia il nucleare come fonte energetica (ribadendo la posizione espressa con lo storico referendum del 1987), che vuole che l'acqua continui ad essere una preziosa risorsa pubblica su cui nessun privato può fare profitto e che chi ci governa - premier o ministro che sia - non può vantare alcun tipo di impunità per il ruolo che ricopre.

Il secondo significato, dopo i risultati delle amministrative di due settimane fa, è un chiaro avviso di sfratto al governo.
La luna di miele con Berlusconi è finita. Il vento è cambiato.
La gente, il popolo, che vive sulla sua pelle il frutto di una crisi economica devastante, ha smesso di fidarsi dell'imbonitore, dell'incantatore di serpenti, del grande comunicatore.
Berlusconi non incanta più.

La fine del governo, e del regime berlusconiano, è vicina.

Adesso, come ripete negli ultimi giorni Di Pietro (che si è ritagliato, forse anche un po' furbescamente, un inedito profilo istituzionale), la sinistra deve mostrare di meritarsi la fiducia degli italiani con un programma di governo chiaro e alternativo a quello della destra. Un programma davvero alternativo allo sfacelo che, da anni, abbiamo sotto gli occhi.

Oggi festeggiamo la vittoria, da domani però dobbiamo incalzare i politici del centro-sinistra affinchè inizino a ragionare sulle cose da fare - e non (solo) sulle poltrone o sulle alleanze - non appena questo governo sarà caduto e bisognerà ricostruire dalle macerie.

Questa vittoria è una vittoria della gente, al di là dei partiti.
E' una vittoria della società civile, dei giovani, di chi usa Internet e i social network, determinanti per fare contro-informazione e per tenere alta la tensione mentre le televisioni hanno tentato per tutta la campagna elettorale di disinformare e depotenziare il referendum.

E' la vittoria di chi non ha tessere in tasca, ma non ha mai smesso di fare politica dal basso, nelle piccole scelte della propria vita quotidiana.

Di questo il centrosinistra dovrà tener conto se vuole essere partito di governo alle prossime elezioni. Il vento è cambiato...sarebbe stupido disperdere l'energia pulita che arriva da questi referendum.

DOME LA MUERTE Poems For Renegades



Una slide acida e visionaria, un arpeggio sulla chitarra acustica, un lieve agitarsi di maracas e un flauto in sottofondo.
Si apre così “Poems For Renegades” (Japan Apart), il debutto da solista di Dome La Muerte. Usare la parola “debutto” per recensire un album di Dome, un’icona rock’n’roll che ha marchiato a fuoco la nostra scena underground negli ultimi trent’anni – due nomi su tutti: i CCM prima e i leggendari Not Moving poi - suona un po’ strano.

Ma tant’è: dopo anni spesi a scrivere canzoni, incidere dischi, calcare i palchi e colpire con riff taglienti con questa o con quella band, con questo o con quel progetto, il Keith Richards italiano ha finalmente deciso di firmare un album a suo nome. E per farlo ha pensato bene di spogliarsi - come si vede dalle foto all’interno del booklet dove appare circondato da belle ragazze, anch’esse ignude - non solo letteralmente. Scegliendo una dimensione intima e ricca di fascino. Poetica. Magica.
Accompagnato da una schiera di amici fidati, tra cui Maurizio Curadi degli Steeplejack, Emiliano, Basetta e Marco dei “suoi” Diggers, Dome affronta il tema dei “rinnegati”, di tutti coloro che hanno scelto con fierezza la propria strada sapendo di “perdere” e di dover pagare dei prezzi altissimi. Un po’ come lui.

Tra le quattordici tracce che compongono il canovaccio del disco troviamo sei affascinanti episodi strumentali, due brani scritti dal poeta Cheyenne Lance Henson (che aveva già firmato anni addietro uno splendido lavoro con i Not Moving, “Song Of Myself”) e alcuni pezzi tratti dall’ormai ricchissimo songbook di Dome.
Brani che in chiave acustica, spogliati della loro corazza elettrica, acquisiscono una nuova intrigante veste. Come “Blue Stranger Dancer” e “Shine On Me” provenienti dal primo disco dei Diggers o quella “They Will Fall” - impreziosita dal sitar, dall’armonica e dalla dodici corde di Curadi - che rimane uno dei pezzi più emozionanti dei Not Moving. O “I Just Want To Have Something To Do” dei Ramones che mai avremmo immaginato di ascoltare in una versione rallentata e acida come questa. Mentre l’altra cover è “Billy”, un brano “minore” di Dylan.

Dimenticatevi i riff selvaggi, gli amplificatori saturi di distorsione, il rock’n’roll impastato di garage, psychobilly e punk che ha sempre caratterizzato la straordinaria vicenda umana e artistica di Dome La Muerte.
In “Poems For Renedages” troverete ballate acustiche, brani dal sapore country & western, viaggi lungo le strade blu d’America. Per scoprire che i “renegades” di cui parla il titolo sono capaci di emozionare anche quando, per una volta, suonano unplugged.

mercoledì 8 giugno 2011

4 SI "per quelli che passeranno"


Dicono che il tempo cambi le cose,
ma in realtà le puoi cambiare solamente tu.
Andy Warhol

The Maharajas - Sucked Into The 70's



Negli ultimi 15 anni sono stati la punta di diamante della scena neo-Sixties svedese, mescolando con attitudine e gusto garage, folk e rock'n'roll.

Adesso i MAHARAJAS di Jens Lindberg (ex Crimson Shadows, Wylde Mammoths, Stomachmouths, Maggots) e Mathias Lilja (ex cantante/chitarrista degli Strollers) - con accanto i fidi compagni Ulf Guttormsson al basso e Ricard Harryson alla batteria – ritornano con un EP di 4 canzoni (in realtà pubblicato da diversi mesi dalla piccola etichetta Crusher Records), tutte firmate da Guttormson.

Un piccolo pezzo di vinile nero alquanto sorprendente. Perchè la band di Stoccolma compie un'imprevista quanto azzardata inversione a "u" e dagli anni Sessanta, da sempre presi come inesauribile fonte di ispirazione, si fionda direttamente nei medi anni Settanta.
Come lascia intuire il titolo dell'EP: "Sucked Into The 70's".

Siamo in territori pub-rock à la Dr. Feelgood: dal retrogusto garage nell'esplosiva e coinvolgente "Down At The Pub", virato verso l'R&B con tanto di fiati in "Someone Looking Like You", con un tiro decisamente più rock'n'roll in "Bing!" e nella ballatona "Stickers and Pins" che però ricorda più i Primal Scream di "Give Out But Don't Give Up" che i Faces o gli Stones.

Un singoletto piacevole da ascoltare in questa tarda primavera, in attesa che i Maharajas rinsaviscano dalla sbornia da pub per tornare a regalarci distillati di puro Sixties-sound come il capolavoro "In Pure Spite" (2007) o l'eccellente "A Third Opinion" (2005)...

lunedì 6 giugno 2011

Referendum: adottiamo un astenuto



Mancano esattamente 6 giorni ai referendum per la salvaguardia dell'acqua come bene pubblico, contro il ritorno del nucleare e contro la vergognosa norma del "legittimo impedimento".

Raggiungere il quorum non sarà semplice. La parola d'ordine del governo è depotenziare i referendum, farli passare in silenzio. E così è stato finora.

Le sei TV controllate direttamente e indirettamente dal premier hanno alzato una cortina di silenzio sui referendum e ora che si avvicina il voto Berlusconi tenta di prendere le distanze da norme che ha voluto fortemente, soprattutto quella sul legittimo impedimento.

Ma stavolta la Rete può giocare un ruolo decisivo e sostituirsi al potere mediatico della TV.
E allora non soltanto andiamo a votare, ma diffondiamo la voce a parenti, amici, conoscenti.

"Adottiamo" un astenuto storico e portiamolo a votare: 4 SI. Per dire NO.