domenica 19 febbraio 2012
Mike Davies R.I.P.
La notizia è deflagrata oggi come una bomba: Mike Davies, il leggendario bassista degli MC5 (la più rivoluzionaria band che la storia del rock'n'roll ricordi), è morto ieri per un problema al fegato.
Aveva 68 anni.
Tempo fa, sarà stato il 2007, avevo avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne l'umanità e la semplicità.
Era in tour con una band italiana, gli OJM, a cui aveva anche prodotto un album.
Una leggenda del rock che accompagnava una giovane band emergente.
Parlandoci a lungo, avevo - ancora una volta - capito come i più grandi si rivelino sempre per un tratto distintivo: l'umiltà.
Per questo motivo, per la perdita dell'uomo ancor prima che del leggendario musicista (e mito personale, per quello che gli MC5 hanno rappresentato sopra e fuori dal palco), sono profondamente triste oggi.
Mi piace pensarlo da qualche parte imbracciare di nuovo il basso e lanciarsi in un'infuocata jam session di hi-energy rock'n'roll assieme ai suoi fidi compagni Rob Tyner e Fred "Sonic" Smith...
R.I.P. Mike!!!
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venerdì 17 febbraio 2012
The Excitements
Il mio amico Enric Bosser ha appena tirato fuori dal cilindro della sua Penniman Records l'ennesimo capolavoro: l'omonimo album di una soul-band eccezionale chiamata The Excitements.
Una band che sembra arrivare direttamente da Detroit o da Memphis, templi del soul e residenze di etichette leggendarie come Motown e Stax. Ma che invece arriva da Barcellona dove, nel 2010, si sono incontrati un gruppo di musicisti catalani dalla tecnica sopraffina e dal cuore nero e lei, la splendida e affascinante cantate di colore Koko Jean Davis.
La scintilla è scattata subito e gli Excitements hanno iniziato a macinare concerti in cui la loro straripante miscela di soul e R&B rende incandescente la temperatura dei club che li ospitano.
Dopo un paio di singoli pubblicati sempre dalla Penniman, adesso arriva finalmente l'omonimo debut-album.
Una raccolta di canzoni straordinarie che si collocano nella scia della migliore tradizione della musica nera, nel solco di artisti immortali come Aretha Franklin, Tina Turner o James Brown.
Un gruppo perfetto, con tanto di eccellente sezione fiati, è il tappeto su cui si muove la voce ora sensuale ora graffiante di Koko Jean Davis.
Prodotto da Mike Mariconda (ex Raunch Hands e nome di punta della scena lo-fi rock'n'roll anni 90), "The Excitements" contiene 12 canzoni che faranno la felicità di chi intende la bacl music come come unguento per cuori infranti o la perfetta colonna sonora per ballare tutta la notte lasciando il mondo, e le sue pene, fuori.
Sangue, sudore e lacrime. Altro che le canzoncine innocue e levigate di Joss Stone, Adele o Lana De Ray.
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giovedì 16 febbraio 2012
Roma bye bye
Ha fatto bene il governo Monti a non avallare la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020.
Tanto che le critiche per questa decisione si sono sciolte come neve al sole nel giro di due giorni.
Ha fatto bene e per due ragioni.
La prima: destinare 10 miliardi di euro ai giochi olimpici in una fase in cui vengono chiesti ai cittadini sforzi straordinari pur di tenere i conti in ordine ed evitare il default sarebbe stato un azzardo rischiosissimo. Al quale, ne sono convinto, si sarebbero prestati i partiti politici (di destra e sinistra) spinti dagli interessi delle lobby, se solo avessero governato loro in questo momento.
L'esperienza insegna che manifestazioni di una tale portata sono enormemente remunerative per le grandi corporazioni, per i palazzinari, per tutta l'area grigia che ruota attorno al business e alla politica.
Non certo per la collettività che, oltre ad accollarsi i costi spropositati di questi mega-eventi, non ne ricava un beneficio nè diretto nè indiretto.
Finite le Olimpiadi le grandi strutture sportive restano, nella stragrande maggioranza dei casi, cattedrali nel deserto. E, a tutti noi, i conti (salati) da pagare.
La seconda ragione è che una città deve meritarsi i giochi. E Roma non ha le carte in regola per un evento del genere.
Bellissima sì, ma infernale e invivibile per i suoi cittadini. Con una rete di trasporti urbani da terzo mondo: solo due linee di metropolitana (Madrid ne ha 13, Londra altrettante, Parigi 16, Berlino 10) per 3 milioni di abitanti - e una terza in netto ritardo sui tempi di consegna - sono assolutamente insufficienti a garantire la mobilità dei cittadini e dei turisti.
Con i giochi in casa, e un iperflusso di persone (sportivi, turisti, appassionati, giornalisti, operatori) è facile ipotizzare una città costantemente in tilt. Un vero inferno quotidiano.
Mi si obietterà che con i soldi in arrivo la città potrebbe rifarsi il look, avere una chance enorme per rilanciarsi. Come è successo, ad esempio, a Barcellona.
Questo sarebbe vero se avessimo degli amministratori preparati e onesti, una classe politica capace di fare sistema e di mettere gli interessi della collettività al di sopra dei propri e delle lobby che rappresenta.
Sarebbe vero se la città vivesse un trend positivo e aspettasse solo l'occasione giusta per accelerare ulteriormente la propria crescita.
Sarebbe vero, infine, se i tempi di pianificazione fossero assai più lunghi.
Ma purtroppo non è così.
A parte il fatto che le Olimpiadi sono dietro l'angolo (8 anni sono pochissimi per pianificare, organizzare e gestire le fasi preparatorie di un evento di portata mondiale), una classe di amministratori incapace di gestire due-giorni-due di neve può pretendere di mettersi alla guida di una macchina organizzativa del genere?
E un sistema imprenditoriale e politico che non porta a termine un'opera che sia una nei tempi e nei costi previsti può pretendere che gli vengano affidati lavori monumentali per miliardi di euro senza il legittimo sospetto che essi non servano solo ad alimentare il malaffare tangentizio?
Vista l'Italia in cui viviamo, le risposte mi sembrano scontate.
E la scelta di Monti saggia e lungimirante.
domenica 5 febbraio 2012
Pigneto under the snow
Così si presentava il Pigneto, il cuore della movida romana, nella notte tra il 3 e il 4 febbraio.
Insolitamente deserto e ammantato da una spessa coltre di neve bianca.
Niente comitive di ragazzi che sono soliti passare da un locale all'altro e animare le serate del quartiere.
Solo pochi solitari coraggiosi hanno sfidato la tempesta di neve in un'atmosfera magica e irreale.
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giovedì 2 febbraio 2012
Il Teatro degli Orrori: "Il Mondo Nuovo"
E' uscito due giorni fa il nuovo album de IL TEATRO DEGLI ORRORI.
Si intitola "Il Mondo Nuovo" ed è un concept sul tema dell'immigrazione.
Un disco denso e profondo in cui la poetica al vetriolo di Pierpaolo Capovilla è accompagnata da una musica altrettanto disturbante per le orecchie abituate alle banalità del pop italiano.
Noise-rock di marca Touch&Go accostato a liriche in italiano, spesso al confine tra il canto e la declamazione. Come hanno insegnato a generazioni diverse CCCP e Massimo Volume.
Ora è la volta del Teatro degli Orrori, che prendono lo scettro di band guida del "nuovo rock made in Italy". Ripetersi dopo un successo come "A Sangue Freddo" non era semplice.
Capovilla & Co. lo hanno fatto spostando ancora più in alto l'asticella.
Ascoltare per credere.
Si intitola "Il Mondo Nuovo" ed è un concept sul tema dell'immigrazione.
Un disco denso e profondo in cui la poetica al vetriolo di Pierpaolo Capovilla è accompagnata da una musica altrettanto disturbante per le orecchie abituate alle banalità del pop italiano.
Noise-rock di marca Touch&Go accostato a liriche in italiano, spesso al confine tra il canto e la declamazione. Come hanno insegnato a generazioni diverse CCCP e Massimo Volume.
Ora è la volta del Teatro degli Orrori, che prendono lo scettro di band guida del "nuovo rock made in Italy". Ripetersi dopo un successo come "A Sangue Freddo" non era semplice.
Capovilla & Co. lo hanno fatto spostando ancora più in alto l'asticella.
Ascoltare per credere.
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