Ho visto i BellRays dal vivo l'altro giorno.
Una delle band contemporanee che più ho amato in questi anni, uno dei pochi gruppi ancora in grado di accendere una passione...
Ma questo accadeva fino allo scorso anno. I BellRays di oggi sono ancora un ottimo gruppo, però non sono più la formazione STRAORDINARIA che infuocava i palchi fino a poco tempo fa.
Il motivo? E' presto detto: l'abbandono della band da parte del chitarrista Tony Fate.
Il suo addio ha rotto l'equilibrio perfetto, l'alchimia sonora su cui si fondava il segreto dell'esplosivo "maximum R&B" della band di Riverside, California.
Tony Fate era in grado di passare con la sua sei corde da una tempesta noise alle più suadenti melodie soul nel giro di pochi attimi. Bob Vennuum al basso ne era il perfetto e potente contraltare ritmico, mentre la voce (e la presenza scenica) di Lisa Kekaula fungevano da catalizzatori di energia...
Con l'addio di Tony, Bob Vennuum è passato alla chitarra e la differenza si nota tutta: intanto perchè manca il suo basso pulsante e potente; e poi perchè il suo stile chitarristico é molto più ordinario e banale, privo di quei guizzi creativi che invece da sempre rappresentano la cifra del suo ex compagno di squadra...
Il sound del gruppo ne risulta compromesso, normalizzato direi, e per una band straordinaria come i BellRays questo si fa sentire e parecchio.
Aggiungiamo poi che il concerto è stato brevissimo, non più di mezz'ora, in un contesto non adatto a una band con le caratteristiche del quartetto californiano (un festival: l'Etnika Eastpak) e che le canzoni scelte per il set provenivano quasi tutte dall'ultimo disco, lasciando fuori i classici dei BellRays, e il risultato è servito: uno show normale, di buon livello, ma non il live-set infuocato che i nostri erano soliti regalare ogni sera dal palco...