La notizia è di quelle da far tremare le vene e i polsi: Licio Gelli, il “venerabile maestro” della loggia massonica deviata P2, l’uomo più potente d’Italia, il personaggio coinvolto in tutte le trame oscure del nostro Paese, sarà il protagonista di una trasmissione televisiva sull’emittente privata Odeon Tv.
Il programma, dal titolo emblematico di “Venerabile Italia”, vedrà Gelli raccontare la sua visione della storia d’Italia in otto puntate. La prima delle quali è prevista per lunedì prossimo.
Come se non bastasse, durante la conferenza stampa di presentazione del programma, il “venerabile maestro” ha ribadito la bontà del suo piano eversivo e affermato, in tutta tranquillità, che Berlusconi – già affiliato alla loggia massonica, tessera n. 1816 - è l’uomo adatto per portare a compimento il famoso “piano di rinascita democratica”.
Ovvero l’instaurazione di una dittatura “soft” nel nostro Paese attraverso gli organismi previsti dalla Costituzione. Non olio di ricino e manganello, metodi ormai superati, bensì tramite strumenti ben più raffinati.
Un piano, quello di Gelli, che secondo molti è già in atto da tempo, almeno da vent’anni. E che proprio con la “discesa in campo” di Berlusconi sta trovando compimento, con la complicità o l’acquiescenza di ampi strati dell’opposizione e di ambienti economico-finanziari vicini al centro-sinistra.
A una lettura attenta, molti punti sono stati già realizzati: dal controllo dell’informazione al bipolarismo, passando per la rottura dell’unità sindacale.
Altri sono in itinere, guarda caso su proposta del governo Berlusconi: norme più stringenti sulla libertà di stampa, riforma del sistema giudiziario con la separazione delle carriere dei magistrati, modifiche costituzionali per ottenere un governo più forte, riforma del Csm.
Ora, che il Paese sia guidato da un ex-affiliato a una loggia massonica deviata il cui obiettivo era il sovvertimento delle regole democratiche dello Stato dovrebbe già metterci in allarme.
Che poi il capo di di quell’organizzazione eversiva – che invece di stare nelle patrie galere, gode incredibilmente di libertà e impunità - lo abbia pubblicamente incoronato come suo successore, è ancora più inquietante.
Assai significativo è anche il silenzio del Governo, da cui ci saremmo attesi una presa di distanza anche “pro forma”, e delle più alte cariche dello Stato, a partire dai presidenti di Camera e Senato.
La vicenda è più grave di quanto non sembri. Il Paese è sfilacciato, le istituzioni democratiche vivono forse il momento più delicato dalla nascita della Repubblica, il Governo sta andando avanti come un caterpillar sulle questioni che riguardano settori strategici della vita civile e sociale.
In questo quadro, e in assenza di un’opposizione parlamentare agguerrita e di un’opposizione reale sul territorio, una svolta antidemocratica – realizzata però attraverso strumenti formalmente legali, come sottolineava Gelli nei primi passaggi del “Piano di Rinascita Democratica” – non è un’ipotesi così lontana dal reale.
Ci attendiamo dal PD e dalle forze della sinistra extraparlamentare un’attenzione particolare su questo argomento. A partire dalla richiesta ad Odeon Tv di non mandare in onda il ciclo di trasmissioni firmate da Gelli.
A noi cittadini spetta il compito di vigilare sulla tenuta delle nostre istituzioni e denunciare ogni tentativo di repressione (peraltro già in atto, come dimostrano i fatti di Piazza Navona) e di inquinamento della vita civile e democratica del Paese.
Il programma, dal titolo emblematico di “Venerabile Italia”, vedrà Gelli raccontare la sua visione della storia d’Italia in otto puntate. La prima delle quali è prevista per lunedì prossimo.
Come se non bastasse, durante la conferenza stampa di presentazione del programma, il “venerabile maestro” ha ribadito la bontà del suo piano eversivo e affermato, in tutta tranquillità, che Berlusconi – già affiliato alla loggia massonica, tessera n. 1816 - è l’uomo adatto per portare a compimento il famoso “piano di rinascita democratica”.
Ovvero l’instaurazione di una dittatura “soft” nel nostro Paese attraverso gli organismi previsti dalla Costituzione. Non olio di ricino e manganello, metodi ormai superati, bensì tramite strumenti ben più raffinati.
Un piano, quello di Gelli, che secondo molti è già in atto da tempo, almeno da vent’anni. E che proprio con la “discesa in campo” di Berlusconi sta trovando compimento, con la complicità o l’acquiescenza di ampi strati dell’opposizione e di ambienti economico-finanziari vicini al centro-sinistra.
A una lettura attenta, molti punti sono stati già realizzati: dal controllo dell’informazione al bipolarismo, passando per la rottura dell’unità sindacale.
Altri sono in itinere, guarda caso su proposta del governo Berlusconi: norme più stringenti sulla libertà di stampa, riforma del sistema giudiziario con la separazione delle carriere dei magistrati, modifiche costituzionali per ottenere un governo più forte, riforma del Csm.
Ora, che il Paese sia guidato da un ex-affiliato a una loggia massonica deviata il cui obiettivo era il sovvertimento delle regole democratiche dello Stato dovrebbe già metterci in allarme.
Che poi il capo di di quell’organizzazione eversiva – che invece di stare nelle patrie galere, gode incredibilmente di libertà e impunità - lo abbia pubblicamente incoronato come suo successore, è ancora più inquietante.
Assai significativo è anche il silenzio del Governo, da cui ci saremmo attesi una presa di distanza anche “pro forma”, e delle più alte cariche dello Stato, a partire dai presidenti di Camera e Senato.
La vicenda è più grave di quanto non sembri. Il Paese è sfilacciato, le istituzioni democratiche vivono forse il momento più delicato dalla nascita della Repubblica, il Governo sta andando avanti come un caterpillar sulle questioni che riguardano settori strategici della vita civile e sociale.
In questo quadro, e in assenza di un’opposizione parlamentare agguerrita e di un’opposizione reale sul territorio, una svolta antidemocratica – realizzata però attraverso strumenti formalmente legali, come sottolineava Gelli nei primi passaggi del “Piano di Rinascita Democratica” – non è un’ipotesi così lontana dal reale.
Ci attendiamo dal PD e dalle forze della sinistra extraparlamentare un’attenzione particolare su questo argomento. A partire dalla richiesta ad Odeon Tv di non mandare in onda il ciclo di trasmissioni firmate da Gelli.
A noi cittadini spetta il compito di vigilare sulla tenuta delle nostre istituzioni e denunciare ogni tentativo di repressione (peraltro già in atto, come dimostrano i fatti di Piazza Navona) e di inquinamento della vita civile e democratica del Paese.
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