Ora che il clamore mediatico è finito e le telecamere si sono spente nessuno parla più della Palestina e dei palestinesi.
Nelle città israeliane, occidentali e capitaliste, la vita è ripresa normalmente: si lavora, si esce, si consuma, si va al bar, al ristorante, in discoteca.
In Palestina no.
Ogni famiglia palestinese nella Striscia di Gaza ha ancora un dolore straziante dentro, piange un genitore, un fratello, un figlio, un bimbo o una bimba uccisi dai raid israeliani.
In molti, moltissimi hanno perso le case sotto i bombardamenti e vivono in condizioni ancora più precarie e drammatiche di un tempo.
Come testimonia questa foto che mi è appena stata inviata da Marcello, un carissimo amico che si è recato a Gaza City per vedere con i propri occhi gli effetti della recente "operazione" di Israele.
Quello che era un agglomerato urbano adesso è solo un cumulo di macerie.
Da qualsiasi punto di vista la si provi a guardare, Israele non ha giustificazioni, nè alibi.
Palestina libera, subito!
2 commenti:
hai ragione: al silenzio sulla Palestina si accompagna il vociare assordante della destra nazionalista che demonizza i palestinesi attribuendo alle formazioni armate le atrocità commesse dall'IDF...tutto pur di non affrontare il vero problema: l'espansione costante delle colonie
scusami se sono insistente: questo video inglese con sottotitolo in italiano merita attenzione, soprattutto perchè è stato diffuso nelle Tv americane
http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=8662
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