venerdì 26 novembre 2010

PAUL COLLINS - King of Power Pop! (Alive)



La nuova attenzione catalizzata da Paul Collins con la recente serie di ristampe che ha riguardato le sue leggendarie formazioni di un tempo come i formidabili Nerves e gli estemporanei Breakaways culmina adesso in un nuovo album solista del musicista newyorkese. Che, intanto, si è trasferito nuovamente nella Grande Mela dopo il lungo periodo madrileno e negli ultimi mesi ha suonato ininterrottamente in giro per gli States e il Canada.

“King of Power Pop!” è il terzo album pubblicato dal Nostro nel volgere di cinque anni, cioè da quando è tornato a calcare i palchi di mezzo mondo per diffondere il verbo del power-pop con un repertorio fatto di vecchi classici e di nuove splendide canzoni. Così dopo “Flying High” (2005) e “Ribbon Of Gold” (2008), Paul Collins chiude il cerchio con il terzo lavoro di questa ipotetica trilogia. E lo fa con il suo disco migliore.

Se negli altri album, infatti, c’erano sempre due-tre anthem imbattibili che non avrebbero sfigurato ai tempi dei Beat, in “King Of Power Pop!” (titolo autocelebrativo, ma azzeccatissimo) è la maggior parte delle canzoni a essere di altissimo livello.
Canzoni pop, certamente. Ma è esattamente ciò in cui Paul è davvero il “Re”, ciò a cui ha dedicato una vita intera: quei tre minuti magici in cui melodia e grintoso guitar-sound si fondono alla perfezione e ti restano scolpiti in testa sin dal primo ascolto.

E allora c’è di che godere con le tredici canzoni che compongono questo disco.
Sin dall’iniziale “C’mon let’s go!”, perfetto esempio di pop song a presa immediata, passando per il rock’n’roll aggressivo di “Do You Wanna Love Me?”, con tanto di armonica, e l’altrettanto incisiva “Don’t Blame Your Troubles On Me”.

Con “Many Roads To Follow” dei Nerves i ritmi rallentano con un brano westcostiano, con le chitarre acustiche e i cori a disegnarne la trama. Ma è solo un attimo perché subito dopo Paul Collins piazza uno dei brani più riusciti del disco, un piccolo capolavoro da due minuti e mezzo. Si intitola “Lose Your Cool” e sono certo che farà la gioia dei fans dei Beat.

La voce ormai arrochita del rocker newyorkese graffia anche sulla melodica ma dinamica “Off The Hook” e nella nervosa “I Go Black”, mentre “Kings of Power Pop!” è un pezzo che fa non tradisce il titolo che porta.

Ma non è tutto perché il finale ci riserva ancora due sorprese: la spettacolare “This Is America”, che si apre con un soffio di feedback e vola in un crescendo di chitarre, e la bellissima cover di “You Tore Me Down”, il pezzo più byrdsiano dei Flamin’ Groovies. Anche loro “re del power pop”.

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