martedì 10 gennaio 2012

Addio fratellone!



Perdere un amico è una delle esperienze più tremende che la vita ti possa riservare.
Ma nessuno muore in realtà, se continua a vivere dentro di noi…
Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, e ancor di più per chi non lo ha conosciuto, voglio ricordare Luciano Micali. Che ci ha lasciati troppo presto nella notte tra domenica e lunedì.

Luciano è una delle persone più belle che mi sia capitato di incontrare lungo le strade della vita.
Una persona profonda, sensibile, dotata di una grande umanità e di una generosità che raramente si incontra di questi tempi.
Non solo. Luciano era un intellettuale vero, curioso, affabile. Che amava spaziare: la sua sterminata cultura cinematografica faceva il paio con la passione per la letteratura e con quella per la musica. Era anche uno scrittore, Luciano. Che stava iniziando a raccogliere i primi meritati consensi con il suo libro di racconti “Kitsch”, pubblicato lo scorso anno.

Ci eravamo conosciuti lavorando gomito a gomito all'ufficio stampa dell'Horcynus Festival e subito era scattata un’empatia: un rapporto di amicizia e di stima che andava ben oltre il mero aspetto professionale.
Ironico, gioioso, puntuale e affidabile, lavorarci assieme era un piacere.
Ma soprattutto era un piacere il tempo trascorso fuori dagli orari di lavoro.
A pranzo, a cena, seduti a prendere un caffé o ad ammirare la bellezza dello Stretto. Al cinema, a parlare di musica o a partecipare a un concerto.
A progettare vacanze in luoghi lontani e vicini, ma sempre ricchi di storia e di fascino.
C’erano tante cose che ci univano, e tante cose sulle quali avevamo visioni diverse. Ma che ci incuriosivano. E rendevano ancora più forte il nostro rapporto.
Ci univa anche il legame, la complicità che si era venuta a creare con le nostre rispettive coppie.
Due coppie di amici che si volevano bene e stavano bene assieme.
Un piacere semplice, schietto, sincero. Prezioso perchè raro: un feeling che si prova raramente nella vita, e con poche persone.

Luciano Micali era una persona speciale. Un essere umano profondo, complesso come tutti gli esseri umani. Nella sua complessità era racchiusa anche la sua fragilità. Che è di tutti noi, uomini e donne di ogni età. Una fragilità che trova molti modi per venire fuori. Una fragilità che spesso fingiamo non ci appartenga, che nascondiamo nella fretta e nella routine di tutti i giorni. Ma che ci rende umani. E, in quanto tali, unici e irripetibili.

Arrivederci fratellone. Che la terra ti sia lieve.

1 commento:

Cirano ha detto...

Quello che più è incomprensibile agli occhi del mondo, distratto e sempre a caccia di sensazionalismi, è la perdita di un intellettuale.
Nelle nostre terre, sempre più aride di uomini come Luciano, perdere giovani così è purtroppo un vuoto che rimane.