martedì 22 maggio 2012

Un bene confiscato alla 'ndrangheta per il Cartella


L'attentato incendiario al CSOA "Cartella" è stato un duro colpo inferto alla democrazia e al vivere civile della nostra città.
Allo stesso tempo, però, ha rappresentato una sorta di boomerang per le forze oscure che controllano Reggio Calabria e che vorrebbero avere su di essa il dominio assoluto. Anche su quei luoghi che rappresentano il simbolo di un pensiero diverso: diverso dalle logiche del mercato, del profitto, della violenza mafiosa, dell'indifferenza, della sopraffazione.

Gli attestati di solidarietà arrivati copiosi agli attivisti del "Cartella" dimostrano che la città non è completamente narcotizzata, non è totalmente assuefatta alla violenza e alla mentalità mafiose.
La parte migliore di Reggio si è schierata al fianco del CSOA senza se e senza ma.
Sono state messe da parte, come è giusto che sia, le differenze ideologiche, le posizioni distanti, le vedute diverse.

Domani pomeriggio al Teatro Siracusa (un altro importante luogo della città che è tornato a vivere e a produrre cultura, sottratto all'oblio e alle mire di chi voleva farne l'ennesima attività commerciale) si terrà un'assemblea pubblica, alle ore 17,30. E poi sabato 26 un grande corteo a Gallico con la giornata che proseguirà all'anfiteatro del Centro sociale con teatro e musica. Mentre domenica 27 si terrà il consueto mercato delle autoproduzioni, la fiera della decrescita, con "incursioni" del cantastorie Nino Racco.

Paradossalmente l'incendio del "Cartella" rappresenta una grande possibilità per il Centro sociale: quella di aprirsi nuovamente alla città e di diventare il luogo simbolo delle realtà antagoniste al pensiero mafioso e a quella gelatinosa area grigia che avvolge Reggio e, di fatto, la controlla.
Può diventare, come era stato all'inizio, il perno attorno al quale si riuniscono e si organizzano le associazioni cittadine che pensano e lavorano a una città diversa.

Aggiungo di più e faccio una proposta choc a chi amministra questa città.
La scorsa settimana sono stati confiscati a Gioacchino Campolo, il re dei videopoker vicino alle cosche, beni mobili e immobili per 330 milioni di euro.
Un patrimonio che, solo in città, può contare su 240 tra appartamenti e locali commerciali.
Tra questi anche l'ex Cineteatro "Margherita" utilizzato negli ultimi anni come sede del comitato elettorale dell'ex sindaco e ora presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.

Dopo l'imbarazzante silenzio del sindaco Arena sull'attentato al "Cartella", sarebbe un gesto di discontinuità con la Giunta precedente (che non ha mai spiegato i rapporti di Scopelliti con il signor Campolo) e soprattutto una ferma presa di posizione per la democrazia e contro la 'ndrangheta affidare il "Margherita" ai ragazzi del CSOA "Cartella" per farne, nel salotto buono della città, un luogo di discussione, di incontro, di proposta culturale (o meglio, controculturale).
Uno spazio aperto dove tenere assemblee pubbliche, concerti, teatro, cinema, attività sociali e ricreative fuori dalle logiche del profitto.
Sarebbe un gesto forte e rivoluzionario.
Sarebbe a dire che la democrazia non è un concetto astratto e che va difesa soprattutto quando sono i propri avversari politici (in questo caso i militanti del "Cartella") a essere vittime della violenza e della sopraffazione mafiose.

1 commento:

Cirano ha detto...

oltre la provocazione...sarebbe una rivoluzione!