lunedì 10 marzo 2008

¡Viva España, Viva Zapatero!


Una bella notizia ogni tanto.

In Spagna il PSOE di José Luis Zapatero ha vinto le elezioni.
Contro il PP di Mariano Rajoy che tutti gli analisti davano in rimonta.
Contro le gerachie vaticane e la Conferenza episcopale spagnola che, come in Italia, si è messa di traverso e ha apertamente appoggiato il candidato della destra.
E contro gli assassini dell'Eta che due giorni prima del voto hanno ucciso barbaramente Isaias Carrasco, ex consigliere comunale socialista, persona mite e padre di famiglia.

In molti hanno visto nella vittoria della sinistra spagnola un buon segnale per il Partito Democratico. E sono in molti oggi a paragonare Veltroni a Zapatero.
Ma si tratta di un grave errore, di una svista imperdonabile.
Per vari motivi.
Il principale è che Zapatero è un uomo politico di sinistra.
Di una sinistra moderna, laica, progressista e riformista.

Veltroni non lo è.
Per sua stessa ammissione. In una recente intervista al quotidiano spagnolo El Paìs, il leader del PD si dichiara "riformista, non di sinistra".

Ma definizioni a parte, è la sostanza stessa degli uomini, dei loro partiti e dei loro programmi ad essere radicalmente diversa.

In Spagna il PSOE (Partido Socialista Obrero Español) è, sin dalla sua ragione sociale, il partito degli operai, dei lavoratori.
In Italia, al contrario, il PD candiderà alle prossime elezioni rappresentanti di spicco di Confindustria come Colaninno e il falco Calearo.

Zapatero ha una visione laica e progressista della società. I suoi primi atti da capo del governo sono state le leggi sull'avanzamento dei diritti civili (matrimoni gay e divorzio breve).
E questo gli ha scatenato contro, per tutta la legislatura passata, e adesso in campagna elettorale, le alte sfere vaticane. Ma il governo Zapatero non ha arretrato di un millimetro dalla sua visione moderna e laica della società: le leggi sono state approvate, il Vaticano ha dovuto incassare.

Al contario Veltroni dice che i temi "eticamente sensibili" non devono entrare nella campagna elettorale.
Ma se la campagna elettorale è il momento principale in cui i partiti illustrano le proprie idee, i propri programmi, la propria visione della società ai cittadini per chiederne il consenso, quale sarebbe il momento più opportuno per parlarne?
Quella di Walter è solo una mossa ambigua, e neppure troppo riuscita, per non irritare i potentati di oltretevere e la corrente "teodem" del partito capeggiata dall'oltranzista cattolica Binetti.

Ma in Spagna mai e poi mai una Binetti potrebbe far parte del PSOE.
Anzi sarebbe una esponente di punta del PP.

Paragonare Veltroni a Zapatero è un grave errore.
Purtroppo per noi che dobbiamo rallegrarci, non senza un pizzico d'invidia, per i cugini spagnoli.
E guardare con mestizia alle vicende della nostra sinistra...che non c'è più.

2 commenti:

MokeyMan ha detto...

Concordo con la tua analisi , l'errore più grosso che si possa fare è pensare che Veltroni e Zapatero rappresentino la stessa area politica. Niente di più lontano, Veltroni col suo buonismo vuole piacere a tutti, laici e cattolici, moderati e gente di sinistra,europeisti e filoamericani, insomma di tutto e di più.
Zapatero: alcune cose non le condivido, però gli va dato atto di aver assunto una linea politica chiara, che può piacere o meno, ma che strizza l'occhio a tutti per puri scopi elettorali.

MokeyMan ha detto...

Ovviamente volevo dire..." che non strizza l'occhio", mi son dimenticato un non :-D