L'avevo scritto in un vecchio post. Chi tocca il Vaticano muore.
E' un po' come quei vecchi cartelli dell'alta tensione che si trovavano disseminati vicino alla rete ferroviaria incustodita, quelli col teschio e le saette.
La conferma arriva da una notizia di oggi: Sabina Guzzanti è stata incriminata dalla Procura della Repubblica di Roma per vilipendio a un capo di Stato, vale a dire il Pontefice, capo di uno staterello tanto piccolo quanto potente.
Il motivo: le parole espresse durante il suo intervento al "No Cav Day" organizzato dall'IdV di Di Pietro lo scorso 8 luglio a piazza Navona.
In quella circostanza avevo criticato la Guzzanti per i toni usati nei confronti della Carfagna. Non ne critivavo il merito, ma il metodo.
Ritenevo, e ritengo ancora oggi, che un conto siano le chiacchiere da bar, un altro un intervento pubblico di fronte a migliaia di persone.
E poi credo che chi di mestiere fa la satira debba sapere usare le allusioni, avere un linguaggio ricco di paradossi e ironie, menare fendenti a destra e manca, ma con stile, talvolta anche grottesco.
In quell'occasione Sabina Guzzanti, pur esprimendo un'opinione comune a molti (e cioè che Mara Carfagna non occupi il posto di ministro della Repubblica per meriti o esperienza professionali, ma per altre virtù nascoste), lo fece in maniera cruda e scurrile, ingenerando un effetto boomerang.
Tanto da prendersi una querela da parte della ministo-velina Carfagna.
Oggi, però, si arriva all'esagerazione.
Sabina Guzzanti è indagata per vilipendio a un capo di Stato, semplicemente per avere osato criticare il Papa nella sua veste di "lìder maximo" di una religione che spesso e volentieri sconfina nelle vicende politiche di uno Stato laico e sovrano quale dovrebbe essere l'Italia.
In quella circostanza l'attrice romana andò giù pesante, usando però l'arma del grottesco. Disse testualmente: "Spero che Benedetto XVI vada all'inferno tormentato da diavoloni frocioni".
Il riferimento alle posizioni omofobiche e di retroguardia della Chiesa sulle questioni riguardanti i diritti civili era del tutto evidente.
Parole forti che in una democrazia vera non avrebbero stupito nessuno.
In Italia invece le sono costate care.
Più che la legge dello Stato qui vige il principio (ancora più attivo in questa delicata fase politica) che chi tocca il Vaticano muore.
Così gli stessi solerti magistrati che hanno sorvolato sugli interventi di Grillo (un altro che non le manda a dire a nessuno), appena hanno scorto parole che investivano il Vaticano e il suo capo, sono intervenuti prontissimamente contro la Guzzanti. A cui va il mio - e spero anche il vostro - appoggio incondizionato.
Non volendo tornare a vivere in un paese in cui agli oppositori venivano praticate simpatiche cure con l'olio di ricino, oggi è il giorno di dire con voce forte e chiara: "Viva Sabina!"