venerdì 12 settembre 2008

Che strano paese...


Sì, viviamo proprio in uno strano paese, se è vero che l'altro ieri un personaggio come Emilio Fede ha attaccato in tv lo scrittore Roberto Saviano.

Emilio Fede, classe 1931, non avrebbe i numeri per attaccare proprio nessuno.
Direttore del telegiornale più sfacciatamente pro-Berlusconi che una televisione abbia mai visto, fino a sfiorare (e spesso superare) i limiti del ridicolo, ha stravolto il concetto classico secondo cui un giornalista dovrebbe essere il cane da guardia della democrazia.

Più che il rottweiler della libera informazione il suo modo di fare giornalismo lo fa sembrare il chihuahua del padrone .

Tra una festa al Billionaire, un ammiccante salotto televisivo e/o mondano, le ineffabili ironie nella conduzione del suo Tg, la leccatina quotidiana al padrone Silvio, il fido Emilio ha pensato bene di ironizzare sulla figura di Roberto Saviano.

A suo dire, l'autore di "Gomorra" utilizza la sua per nulla invidiabile condizione di scortato per alimentare il successo del libro e del film.
So per certo che il successo di Saviano ha irritato molti, creato invidie e malcelate gelosie, ma tant'è.
Con il suo libro, Saviano ha stracciato il velo di Maya su una realtà che in tanti conoscevano e che nessuno aveva il coraggio di descrivere con forza.
E ha continuato il suo impegno civile con gli articoli e i reportage per L'espresso.
Ha avuto successo e fatto i soldi.
E allora?
Ciò non lo ripaga dalla allucinante condizione in cui vive: praticamente da recluso. Condannato a vivere 24 ore su 24 con la scorta.
A non potere uscire da solo per fare la spesa, prendere il treno o semplicemente per fare due passi...
Una condizione che Fede non conosce neppure lontanamente tutto occupato, com'è, con le sue attività mondane.

Ci sarebbe voluto il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, a rispondere al fido Fede.
Con una sonora pernacchia e il più classico dei "Ma mi faccia il piacere!".

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