mercoledì 18 maggio 2011
"Spinning Wheel Motel": il nuovo album dei CYNICS
Si intitola "Spinning Wheel Motel" il disco che celebra il ritorno dei leggendari CYNICS.
A pubblicarlo il prossimo 20 giugno sarà, ovviamente, la GET HIP, la storica etichetta di Pittsburgh di proprietà del chitarrista e songwriter della band Gregg Kostelich.
Della formazione originale che a cavallo tra anni 80 e 90 ci regalò capolavori garage come "Blue Train Station" (1986) e "Rock'n'Roll" (1990) rimangono i due leader Michael Kastelic (voce e armonica) e Gregg Kostelic (chitarre, tamburello, cori), affiancati dal batterista spagnolo Pablo Gonzales e dal bassista Angel Kaplan.
Registrato a Detroit presso i famosi Ghetto Recorders di Jim Diamond (che suona anche l'organo Hammond B-3 in una canzone), il nuovo album dei Cynics interrompe un silenzio discografico che durava dal 2007 quando la band pubblicò uno splendido episodio elettroacustico intitolato "Here We Are".
Per presentare le nuove canzoni i Cynics saranno in tour in Spagna il prossimo mese.
Se vi trovate da quelle parti non mancate di vederli dal vivo.
Intanto gustatevi in anteprima il video di "I Need More", il brano che apre "Spinning Wheel Motel.
Qui sotto invece trovate la tracklist dell'album, che esce sia in vinile che in CD:
Side A:
1. I NEED MORE
2. ALL GOOD WOMEN
3. CRAWL
4. GEHENNA
5. BELLS AND TRAINS
Side B:
6. ROCK CLUB
7. CIRCLES ARCS AND SWIRLS
8. SPINNING WHEEL MOTEL
9. ZOMBIE WALK
10.JUNK
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Roberto Calabrò
domenica 8 maggio 2011
NOT MOVING: ristampati tutti i singoli e gli EP
Continua l'opera di riscoperta della scena underground italiana degli anni Ottanta, a cui "Eighties Colours" ha voluto dare il suo contributo facendo luce sulla scena neo-Sixties.
E' un enorme piacere poter dare la notizia che il 10 giugno uscirà su Audioglobe Relics, nuovissima etichetta che fa capo alla celebre distribuzione fiorentina, "LIGHT / DARK : Singles, Eps & Early More 1981-1987", antologia sul materiale non presente sugli album dei NOT MOVING.
Intesa come prima di tre ristampe dedicate alla leggendaria band piacentina, "Light/Dark" mette in ordine cronologico tutti i singoli e gli EP dei NOT MOVING.
Vale a dire i sette pollici "Strange Dolls" (1982, Electric Eye) e "Movin' Over" (1983, Electric Eye), gli EP "Land Of Nothing" (stampato per la prima volta su vinile qualche anno fa da Area Pirata), "Black'n'Wild" (Spittle, 1985 - ristampato nel 2009 all'interno del CD "Not Moving" da Spit/Fire) e "Jesus Loves His Children" (Spittle, 1987).
In più come bonus davvero speciale vi sarà il primo demo del gruppo.
Sono in molti, incluso il sottoscritto, a ritenere che il meglio della produzione discografica dei NOT MOVING più che negli album è racchiusa negli EP.
L'uscita di questa esaustiva raccolta, che segue un preciso filo cronologico, riporta alla luce nella sua interezza i dischi più straordinari della formazione composta da Lilith (voce), Tony Face (batteria), Dome La Muerte (chitarra), Dany D. (basso) e Maria Severine (tastiere).
La più grande rock'n'roll band italiana.
Questa è la tracklist completa
Strange Dolls
1 Dolls 2.13
2 Wipe Out 1.55
3 Baron Samedi 1.58
4 Make up 1.23
Movin’ Over
5 Behind your pale face 2.07
6 Psycho Ghoul 2.00
7 Everything ends here 1.51
8 Double mind 3.12
Land of nothing
9 Lights of night 1.51
10 In the batland 3.16
11 You're gone away 3.29
12 Land of nothing 3.21
13 A wonderful night to die 2.22
14 Pipeline 2.05
Black ‘n’ wild
15 Crawling 2.01
16 Eternal door 3.29
17 Goin’ down 3.30
18 I just wanna make love to you 2.21
19 Sinnermen 1.19
Jesus loves his children
20 I want you 3.58
21 New situations 3.01
22 Surfin dead blues 1.51
23 Spider 3.10
24 Break on through 3.55
Demo tape
25 Dead intro 2.22
26 Dolls 2.18
27 Devil's Rattle 3.04
28 Baron Samedi 2.04
29 Behind your pale face 3.28
30 Wipe Out 1.54
31 Psycho Ghoul 2.03
Il CD sarà accompagnato da un libretto di 32 pagine con foto e testi scritti dai membri del gruppo, con un'introduzione firmata da Luca Frazzi.
sabato 7 maggio 2011
The greatest rock'n'roll band in the world: THE FLESHTONES
L’altra sera sono andato a vedere i FLESHTONES per la sesta volta.
Non vi parlerò del concerto che è stato come sempre la solita grande, straordinaria, festa rock’n’roll.
Vi dirò invece perché considero i Fleshtones LA PIÙ GRANDE ROCK’N’ROLL BAND del pianeta.
Perché Peter Zaremba, Keith Streng, Bill Milhizer e Ken Fox possiedono qualcosa che manca al 99% delle nuove band e a molte di quelle “stagionate”: l’ATTITUDINE.
Un gruppo che ha fatto la storia del rock’n’roll (nel 1976 dividevano la sala prove con i Cramps, mica con i Tre Allegri Ragazzi Morti) e che ancora oggi - dopo una valanga di dischi e centinaia di concerti alle spalle - continua a macinare chilometri e chilometri in furgone per suonare ovunque. Mantenendo intatto lo spirito dell’epoca.
A cinquanta e passa anni suonati (Bill ne ha più di 60!) i FLESHTONES danno a tutti una lezione di energia, di passione, di stile, di attitudine.
Di rock'n'roll.
Ditemi quale band leggendaria, prima e dopo il concerto, se ne sta amabilmente a parlare con i fan? Che invece di restarsene chiusa in camerino va sotto il palco ad ascoltare con interesse i gruppi spalla, che non lesina un sorriso, una chiacchiera, un abbraccio, una foto, a nessuno?
Che ci siano 10 o 1000 persone nel club i Fleshtones salgono sul palco e provano a essere ogni sera la migliore rock'n'roll band del mondo.
Perché quella è la loro missione.
Giovedì al nuovo Traffic, di fronte a una serata con poco pubblico - cosa risultata ancora più evidente rispetto alla calca pazzesca dello scorso anno al Circolo degli Artisti - Peter Zaremba mi ha detto: “Noi suoniamo per chi è qui, non per chi è rimasto a casa ad addormentarsi davanti alla TV”.
E così hanno fatto, sopra e sotto il palco. In mezzo alla gente.
Officiando quel rito pagano e selvaggio chiamato Super-Rock.
Un rito in cui non esistono barriere tra band e pubblico, ma si è tutti parte di una immensa, torrida, coinvolgente festa dal potere taumaturgico.
Una festa che riesce a cambiare, almeno per un paio d'ore, la vita di chi è andato a vederli in azione.
Ai ventenni infatuati per insipi gruppi indie, che hanno una band o hanno in mente di metterne su una, do un solo consiglio: andate a vedere i Fleshtones dal vivo.
Credetemi, nulla sarà più come prima.
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venerdì 6 maggio 2011
I Fab Four e gli "intrusi" ad Abbey Road: una nuova mostra alla Snap Galleries
Resterà aperta fino alla fine del mese (28 maggio) e chi è a Londra dovrebbe farci un salto.
La nuova intrigante mostra della Snap Galleries (8 Piccadilly Arcade, SW1Y 6NH) ha per protagonisti i Beatles. O meglio, gli sconosciuti che avrebbero potuto entrare nella leggenda dei Fab Four.
Si intitola "Beatles and Bystanders: the unknowns at Abbey Road"
e ha un focus particolare. Puntato su una delle copertine più celebri della storia della musica: "Abbey Road", appunto.
In esposizione vi è l'intera session realizzata dal fotografo scozzese Iain MacMillan per immortalare i Beatles. In quella giornata di agosto del 1969, nelle vicinanze di Abbey Road non si trovavano solo i Fab Four a passare e ripassare sulle famose strisce pedonali ma anche una serie di persone capitate lì per caso.
Come Paul Cole. Un turista americano in vacanza a Londra che si trovava a fare due passi dalle parti di St. John’s Wood, in attesa della moglie. E che finì per essere immortalato in una delle più celebri foto di tutti i tempi: la copertina del penultimo album dei Beatles.
Come lui, sulla copertina di "Abbey Road" - e nella storia del rock - sarebbero potuti finire altri inconsapevoli passanti.
"Beatles and Bystanders: the unknowns at Abbey Road" ce lo svela mostrandoci le sei fotografie della session e una serie di ingrandimenti che mostrano come almeno una dozzina di persone siano finite negli scatti di MacMillan.
Tra queste una misteriosa ragazza con un top viola che appare nella penombra degli alberi sulla destra, il conducente di un furgoncino nero (di cui si intravede solo il braccio...), due passanti sulla destra, una figura presumibilmente femminile vestita di rosso sullo stesso marciapiede di Mr. Cole.
Solo Paul Cole e tre operai sul marciapiede opposto, poi identificati come Alan Flanagan, Steve Millwood e Derek Seagrove, però sono entrati - loro malgrado - nella storia della pop culture. La mostra della Snap Galleries ci svela chi avrebbe potuto esserci al loro posto, e non ce l'ha fatta per un soffio...
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giovedì 5 maggio 2011
mercoledì 4 maggio 2011
A Reggio si vota, ma la città sprofonda nell'indifferenza
Una fotografia della città dello Stretto a due settimane dal voto
I tempi delle allegre notti danzanti sul lungomare e delle passerelle di Valeria Marini sul corso Garibaldi sono finiti per sempre. Spariti in un lampo assieme alla poltrona dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti (Pdl), volato verso mete più ambiziose: la presidenza della regione Calabria.
Eletto dai calabresi con un plebiscito, l’enfant prodige della destra reggina ha lasciato dietro di sé un cumulo di macerie. E una città che si interroga su un futuro incerto, sospesa com’è tra una crisi economica devastante, una classe politica sempre più divisa in lotte intestine a destra come a sinistra e il degrado che avanza.
Per rendersi conto che i tempi sono cambiati basta fare un giro per la città dello Stretto. Cumuli di spazzatura attorno ai cassonetti, strade che sembrano una groviera, lavori pubblici lasciati a metà. La Villa comunale, un tempo abituale meta di famiglie e bambini, giace in uno stato di abbandono, sfregiata da ingombranti opere in muratura iniziate e mai finite. Sul piazzale della Libertà della prevista fontana circolare che avrebbe dovuto sancire la grandeur della passata amministrazione resta solo l’enorme base di cemento circondata dalle erbacce.
Di fronte c’è il Quiiper, l’ipermercato simbolo della crisi economica che attanaglia la città. Fa parte dell’impero in disfacimento della Gdm, il più importante gruppo della grande distribuzione in provincia che un mese fa ha portato i libri contabili al tribunale fallimentare.
Oltre ai tre Quiiper dislocati nei luoghi strategici della città, stanno per chiudere anche decine di piccoli supermercati Carrefour express, di proprietà dello stesso gruppo, presenti in ogni quartiere. A rischiare il posto non ci sono solo i mille dipendenti dell’azienda, ma anche i lavoratori dell’indotto: quasi duemila persone. Come se a Torino chiudesse la Fiat.
La crisi investe un altro fiore all’occhiello dell’economia reggina: la Mauro Caffè, una volta leader in Calabria e tra i nomi più importanti del settore a livello nazionale. L’azienda, passata tre anni fa nelle mani dell’imprenditore Fabrizio Capua, attuale assessore regionale ai programmi speciali dell’Unione Europea, sembra non navigare in acque tranquille, secondo quanto denunciano i sindacati.
E il settore pubblico non sta meglio. Da mesi sono senza stipendio i dipendenti della Multiservizi, la società mista del Comune per gli interventi di manutenzione, su cui ha messo le mani la criminalità organizzata. Ai primi di aprile, durante un’operazione antimafia in cui sono finite in manette ventisei persone, è stato arrestato il direttore operativo Giuseppe Rechichi. Per i magistrati che conducono le indagini, non solo un referente della potente cosca Tegano ma in passato anche uomo di fiducia dei killer durante la guerra di mafia. La prova provata che la ‘ndrangheta controlla anche le società a capitale pubblico.
Con questo quadro preoccupante la città va alle elezioni. A Reggio non c’è aria di cambiamento, la gente è come assuefatta e la politica non offre un grande spettacolo. Una volta eletto governatore Scopelliti, la destra è implosa: il sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa ha subito attacchi violenti da parte dei suoi stessi assessori, con una crisi in giunta e relativo rimpasto che ha lasciato strascichi velenosi. Alla fine Raffa ha strappato una difficile candidatura alla Provincia, mentre al Comune il candidato del centrodestra è risultato Demetrio Arena, un uomo di fiducia dell’ex sindaco: fu infatti Scopelliti a nominarlo amministratore unico dell’Atam, la municipalizzata che si occupa dei trasporti pubblici. Mentre Futuro e libertà ha presentato un proprio candidato, il carneade Carlo Sbano.
A sinistra le cose non vanno meglio: invece di puntare su un candidato unitario l’opposizione si è frantumata. E gli aspiranti alla poltrona di sindaco, nell’area progressista, sono diventati tre. Un guazzabuglio difficile da decifrare. Massimo Canale, consigliere comunale uscente ed ex segretario del Pdci, è stato sconfessato dal suo vecchio partito ed è oggi sostenuto da Pd, Rifondazione Comunista e da due liste civiche. I vendoliani di Sinistra e Libertà hanno stretto un accordo con Italia dei Valori e Pdci sulla candidatura di Aldo De Caridi dell’Idv (già passato per l’Mpa di Lombardo), tra i mugugni di molti militanti. C’è poi l’outsider Giuseppe Siclari, del Partito Comunista dei Lavoratori. Il terzo polo invece ha deciso di candidare il potente Giuseppe Bova, ex presidente del Consiglio regionale uscito recentemente dai ranghi del Partito democratico. Chi vincerà? A Reggio Calabria nessuno azzarda previsioni. L’impressione, in questo momento, è che a perdere sia solo la città.
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