Come Garibaldi nel 1866 anche il "vescovo operaio" mons. Giancarlo Bregantini ha risposto "Obbedisco" alle gerarchie vaticane che lo hanno trasferito dalla sua diocesi "in trincea", quella di Locri, alla più tranquilla Campobasso.
Forse era divenuto troppo scomodo e ingombrante anche per la Chiesa.
L'uomo venuto dal Nord, il vescovo che in Calabria ha trovato la sua vera missione, sin dal primo giorno del suo insediamento a Locri ha attaccato frontalmente la 'ndrangheta, la più pericolosa e sanguinaria delle mafie.
E con essa le istituzioni colluse e inefficienti, la massoneria, i poteri occulti che, dall'arretratezza culturale, prima ancora che economica della Calabria, traggono benefici formidabili e rafforzano il loro potere.
Bregantini ha scosso le coscienze, ha fatto intravedere la luce alla fine del tunnel, è stato punto di riferimento dei giovani (anche non credenti) della Locride.
Dimostrando che la lotta alla mafia non si fa solo a parole - anche quelle importanti in una terra di silenzi e omertà - ma soprattutto con i fatti, con il proprio esempio concreto.
E allora sulle terre confiscate ai clan, Bregantini ha costituito cooperative agricole (la Valle del Buonamico), offerto una possibilità di lavoro e di sviluppo alla regione più degradata e povera d'Italia.
Indicando la via di "un'altra Calabria possibile", Bregantini ha sfidato la 'ndrangheta sul suo territorio.
Una sfida che gli è costata intimidazioni, minacce, rappresaglie.
Come quando, nel marzo dello scorso anno, gli scagnozzi dei clan avvelenarono con il diserbante i campi della cooperativa, distruggendo in pochi minuti un anno di duro lavoro.
Senza farsi prendere dallo scoramento, anzi esortando i "suoi" giovani a reagire, il vescovo di Locri riprese il suo lavoro proprio laddove la 'ndrangheta aveva pensato di interromperlo.
In una terra desolata come la Calabria, la voce, l'impegno, l'esempio di mons. Bregantini rappresentavano un faro nella notte.
Ora Benedetto XVI ha deciso di "promuoverlo". E di rimuoverlo.
Non se ne conoscono le ragioni.
Certamente mons. Bregantini non ha brindato per il suo trasferimento.
Anzi, lo ha accettato con rabbia perchè "obbedire è sempre difficile ed eroico".
Sicuramente sono stati altri a brindare: i mafiosi della Locride, i politici collusi, tutti coloro che vedevano come fumo negli occhi l'opera di questo vescovo impegnato e coraggioso.
Il solo pensiero che dietro alla decisione del Vaticano possano esserci dei poteri occulti fa venire i brividi...
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