venerdì 29 febbraio 2008

The New Bomb Turks


Stamattina mi sono svegliato all’alba e non ho ripreso sonno.
Il sito di Repubblica non era ancora aggiornato, così mi sono messo a girovagare su Internet.
Su Youtube sono andato a cercare alcuni video delle mie band preferite e ne ho trovati alcuni spettacolari dei New Bomb Turks.

Appena l’orario è stato abbastanza decente da non far sobbalzare i miei vicini ho tirato fuori la discografia completa dei Turks e ho iniziato ad ascoltarla tutta, disco dopo disco…
Random, senza ordine cronologico. Iniziando dallo splendido “Nightmare Scenario” del 2000.

Ho subito pensato che questa è una band da riscoprire.

Non sono mai stati abbastanza incensati e celebrati, i New Bomb Turks. Non hanno raggiunto, neanche in minima parte, il successo che è toccato a formazioni largamente inferiori (i nomi li lascio a voi, tanto li conoscete…). E non si sono mai venduti.

Con i loro primi due dischi su Crypt, “Destroy Oh Boy” (1993) e “Information Highway Revisited (1994), diedero il via al rinascimento punk negli anni ’90. E una speranza di futuro al rock’n’roll.
E a noi che, poco più che ventenni, necessitavamo di vivere la nostra rivoluzione musicale…
Ricordo di averli messi in copertina su “Let It Bleed”, la fanzine che pubblicavo all’epoca. L’articolo, firmato sotto mentite spoglie, era di un entusiasta Luca Frazzi.

Neppure il passaggio alla Epithaph scalfì il potenziale comunicativo della band di Columbus, Ohio.
A risentirlo oggi anche “Scared Straight”, il primo disco per quel marchio che – al momento dell’uscita – ci sembrò più debole dei precedenti, suona benissimo. Contiene un pugno di grandi canzoni (da "Hammerless Nail" a "Professional Againster" e "Jeers of A Clown") e i germi dell’evoluzione musicale che i Turks stavano per compiere.

Un’evoluzione che si realizzò pienamente con “At Rope’s End”, disco spettacolare in cui emergevano chiare matrici R&B, e si consolidò nei due capitoli finali “Nightmare Scenario” (considerato, giustamente, dalla band come uno dei propri lavori migliori) e “The Night Before The Day The Earth Stood Still”.

Ma la forza dirompente dei New Bomb Turks era live, come può testimoniare chi ha avuto la fortuna di assistere ad un loro concerto.

Sono stati una grandissima band, i Turks. Meritano di essere riscoperti da chi – i ventenni di oggi – non li ha conosciuti e amati a dovere. E da chi, come il sottoscritto, li adorava quando erano in azione e continua a farlo oggi, a quasi quindici anni di distanza...

domenica 24 febbraio 2008

Love, Music & Football


Primo post sul calcio.
Anticipi di serie A: REGGINA - JUVENTUS 2 a 1
Quanto basta per rallegrarmi il sabato sera...e la domenica!!!


Non servono altre parole...




sabato 23 febbraio 2008

Ascoltati questa settimana

MITCH RYDER & THE DETROIT WHEELS "Breakout!!!", THE ZEROS "Don't Push Me Around", ELVIS PRESLEY "Elvis Presley", THE ANIMALS "The Complete Animals", KULA SHAKER "Strangefolk", GUN CLUB "Miami", THE CARNIVAL OF FOOLS "Towards The Lighted Town", THE VIBRATORS "Pure Mania", PIKES IN PANIC "Right or Wrong, They're Still The Captains", GREEN ON RED "Gravity Talks", THE TREMOLO BEER GUT "Nous Sommes The Tremolo Beer Gut...", THE URGES "Psych Ward", THE BANGLES "All Over The Place", THE LAST KILLERS "The Last Killers", POWERTRANE "Beyond The Sound", MOJOMATICS "Don't Pretend That You Know Me", REVEREND ORGANDRUM "Hi-Fi Stereo", MILES DAVIS "'Round About Midnight"...

venerdì 22 febbraio 2008

TALES FROM OZ #6



E' on-line su FREAK OUT la sesta "puntata" di TALES FROM OZ, la mia rubrica dedicata al rock australiano.

Il link diretto all'articolo é:



Buona lettura!

giovedì 21 febbraio 2008

Hard Days Night Hotel


Si chiama come il primo film dei “Fab Four” e non poteva che sorgere a Liverpool, la città natale dei Beatles. E’ l’Hard Days Night Hotel, un albergo a quattro stelle che, dopo anni di attesa per i lavori di ristrutturazione, ha finalmente aperto i battenti lo scorso 1 febbraio per la gioia dei tanti fan del celebre quartetto britannico. Anche la scelta di inaugurarlo nel 2008 non è stata casuale, dal momento che quest’anno Liverpool è la “capitale europea della cultura” e in città sono attesi moltissimi turisti, oltre al costante flusso di appassionati dei Beatles che ogni anno sciamano per le vie in cui nacque il mito della band inglese.
Situato nel cuore della città, in North John Street, l’Hard Days Night Hotel si trova proprio a due passi dal leggendario Cavern, il minuscolo locale dove i Beatles iniziarono la loro strepitosa avventura musicale. Per ristrutturare il Central Building e trasformarlo in hotel i proprietari non hanno badato a spese: si parla di 20 milioni di sterline, circa 30 milioni di euro. Neanche tanto considerando che si tratta di un edificio storico risalente al 1884 e che gli architetti hanno saputo armonizzare sapientemente il design vintage dell’hotel con la ricchezza di alcuni elementi originali come le colonne in marmo e la grande scalinata centrale. Sin dall’ingresso tutta la struttura rimanda ai Beatles: memorabilia, gadget e poster sono sparsi per l’hotel, mentre la musica dei Fab Four suona costantemente dalla filodiffusione. Gli arredi delle 110 camere sono stati curati nei minimi particolari: il design è coloratissimo, volutamente vintage, e ogni stanza dispone di televisore al plasma e connessione wi-fi. Ma soprattutto di un quadro originale firmato da Shannon, l’artista americana famosa in tutto il mondo per le sue opere dedicate ai Beatles e alla loro musica.
I clienti più facoltosi potranno prenotare una delle due suite da 650 sterline a notte. Nella prima, dedicata a John Lennon, trova posto un bellissimo pianoforte a coda bianco, mentre nell’altra (intitolata a Paul McCartney) fa bella mostra di sé un’armatura metallica da cavaliere.
All’Hard Days Night Hotel si può anche cenare. Sono due i due ristoranti presenti: il “Blakes”, che prende il nome da Sir Peter Blake, l’autore della visionaria copertina dell’album “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, e la “Brasserie”, un ambiente più informale dove è possibile gustare piatti della cucina mediterranea.
Ma non è finita. Gli architetti responsabili del restyling dell’hotel hanno pensato proprio a tutto. Anche a quei fans dei Beatles che non riusciranno a resistere alla tentazione di sposarsi nell’albergo dedicato ai loro idoli. Per loro è stata allestita la cappella “Two of Us” che può ospitare una sessantina di persone per la cerimonia nuziale. E, dopo il fatidico sì, il ricevimento potrà avere luogo in una delle due sale riservate alle feste: la “Zygmant Suite” predisposta per accogliere 80 persone o la più intima “Hard Days Night Suite” per appena 50 invitati.
La magia dei Beatles continua ovviamente anche fuori dall’hotel. Basta fare un giro per il centro per immergersi nell’effervescente atmosfera di Liverpool. A partire dal celebre Cavern, il locale situato al numero 10 di Mathew Street, in cui i Beatles tennero le loro prime memorabili esibizioni. E che ancora oggi si fregia di essere “the most famous club in the world”. O si può prenotare il “Magical Mistery Tour”, una visita guidata di circa due ore che ripercorre la vita dei baronetti e che conduce in luoghi mitici entrati a far parte dell’immaginario collettivo, grazie alle canzoni dei Fab Four, come Penny Lane o Strawberry Field. Dopo una “dura giornata” da turisti si potrà rientrare all’Hard Days Night Hotel e riposare immersi nel mondo dei Beatles. Per la “modica” cifra di 170 sterline a notte.

martedì 19 febbraio 2008

La scomparsa delle notizie


La libertà e la democrazia sono strettamente legate alla qualità dell'informazione.

Per questo motivo l'indipendenza dei giornalisti è fondamentale per il funzionamento di una democrazia. Ma l'indipendenza può essere garantita soltanto se il giornalista è tutelato, legalmente ed economicamente, dal proprio editore.

Altrimenti si finisce per essere un facile bersaglio per i poteri forti. Deboli e isolati, è facile essere zittiti: non ci sono solo le minacce, ma anche metodi più raffinati e legalmente ineccepibili. Come le querele con richieste economiche milionarie.

Il collega Paolo Barnad, freelance che ha lavorato per "Report" e per la Rai, ha da qualche giorno messo in rete questo accorato appello che ricevo e pubblico integralmente:


"Censura ‘legale’"

Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'. Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso. Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto. Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA). L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003. Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare. Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi. All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo. La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4) E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.* *( la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giustificabile l'operato della RAI in questi casi). Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me. La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere. Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domanda posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6) Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità. Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI , e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7) Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.( 8 ) Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari. Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo. Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno. Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori. Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare. Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità. Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema. Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate. In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me. Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva. Grazie di avermi letto.




Paolo Barnard dpbarnard@libero.it




Note: 1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma 10/11/2004. 2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo. 3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è un'azienda che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto che il prestigioso studio legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di Roma La Sapienza , difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma non me. 4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...". 5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI : "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria". 6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora dallo Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma, 3/10/2005. 7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18 8 ) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda nota 4)


sabato 16 febbraio 2008

Ascoltati questa settimana



THE SOLUTION "Will Not Be Televised", AA.VV. "Do The Pop! - Redux Part One", AA.VV. "Lethal Weapons", LA FEMME "La Femme", THE ADVERTS "Crossing The Red Sea With", FELLS "Fells", THE GRUESOMES "Cave-In!", SKREWDRIVER "The Early Years - 1977/1979", DOME LA MUERTE & THE DIGGERS "S/t", SIN CITY SIX "Sin City Six", THE NUMBERS "Numberology 1979-82", LIME SPIDERS "Live At The Esplanade", SACRED COWBOYS "Cold Harvest", THE BUTCHER SHOP "Complete Discography", KLONDIKE'S NORTH 40 "The Straight Path", THE FLESHTONES "Take A Good Look" + "More Than Skin Deep", THE REPLACEMENTS "Pleased To Meet Me", VIBRATORS "Pure Mania"...

mercoledì 13 febbraio 2008

Do The Pop redux part one



Si intitola "Do The Pop - Redux part one" ed è un nuovo tassello del mosaico che ricostruisce la mappa dell'high energy rock'n'roll australiano a cavallo tra anni '70 e '80.

Si tratta di una splendida antologia su doppio-CD pubblicata in Australia da Savage Beat/Shock ed è l'ideale continuazione della seminale raccolta dallo stesso titolo che Dave Laing aveva compilato nel 2002 in un prezioso lavoro di archeologia musicale.

Quel disco aveva riacceso l'interesse sulla migliore stagione dell'Aussie-rock e fu il capostipite di tutta una serie di raccolte a tema uscite successivamente.

Adesso, con un "labour of love" che gli fa onore, Laing ha raccolto moltissimo materiale edito, inedito e di difficile reperibilità per una serie di raccolte - ben 3 in uscita da qui alla fine di marzo - che proseguono il lavoro iniziato sei anni or sono.

Vediamo i numeri di questa "part one": due Cd, 52 canzoni, un libretto di 28 pagine ricchissimo di foto inedite (bellissime) e informazioni sui gruppi inclusi.

Si va dal 1976 al 1981: dai primi vagiti di Radio Birdman e Saints, passando per la scena punk australiana (Victims, Fun Things, X, Chosen Few, Psycho Surgeons, solo per citare i più noti), fino ai gruppi che prendevano le mosse dall'universo dei Birdman (Visitors, New Christs, New Race, Hitmen, Angie Pepper).

Ma c'è molto altro ancora: dai gruppi di culto dell'Aussie-rock come Sunnyboys, Scientists (ancora in versione power-pop), Lipstick Killers, Riptides a svariate chicche di gruppi minori: Slaughterouse5, Shy Impostors, Dagoes, The 31st, The End...

Un disco imprescindibile per tutti gli amanti del rock australiano.

Da ascoltare a ripetizione nell'attesa di scoprire quali sorprese ci riserveranno i volumi 2 e 3.

lunedì 11 febbraio 2008

Revolver...adiòs!



Stamattina mi sono trovato a passare per caso davanti a Revolver, uno degli storici negozi di dischi di Roma e l'ho trovato chiuso. Il locale in ristrutturazione.

A neanche un anno dalla chiusura di Disfunzioni Musicali un altro pezzo di storia della scena musicale capitolina scompare.

A morire non è solo il "record store" in quanto tale, ma soprattutto la cultura musicale che ruotava attorno all'oggetto-disco e che nel negozio sublimava lo scambio di idee, la condivisione di una passione, l'arricchimento personale...

E' un segno dei tempi. E non è certo un bel segno...

lunedì 4 febbraio 2008

Top Ten 2007





La mia Top Ten 2007 è on-line sul sito australiano I-94 Bar.


Questo il link: http://www.i94bar.com/staff2007.html


Buona lettura (in inglese)!!!



domenica 3 febbraio 2008

Ascoltati questa settimana

THE YARDBIRDS "For Your Love", THE BEATLES "White Album", CHALLENGER 7 "Payola", DM3 "Dig It The Most", THE MAHARAJAS "In Pure Spite", THE SOMELOVES "Don't Talk About Us", THE WHO "My Generation", THE PANDORAS "It's About Time", FLESHTONES "Take A Good Look", NEW CHRISTS "We Got This" + "Lower Yourself", THE REZILLOS "Can't Stand The Rezillos", LA FEMME "La Femme", LIME SPIDERS "Live At The Esplanade", HEAVY TRASH "Heavy Trash", JAMES BROWN "Sex Machine".