sabato 27 ottobre 2012

LAST SHOP STANDING: intervista a Graham Jones


Due anni fa Arcana pubblicò un libro intitolato "Il 33° Giro".

A firmarlo era Graham Jones che, dopo avere speso un quarto di secolo a lavorare nel mondo della distribuzione indipendente di dischi, aveva deciso di lanciare l'allarme su quello che stava succedendo nel mercato discografico con una vera e propria moria dei piccoli negozi.

Girando il Regno Unito per lavoro, Jones raccolse le testimonianze dei proprietari di 50 negozi indipendenti per capire meglio cosa stesse succedendo e come questi appassionati negozianti stessero reagendo e sopravvivendo alla crisi dei formati fisici e a quella economica.

Adesso quel libro si è trasformato in un documentario: "Last Shop Standing. The Rise, Fall and Rebirth of The Independent Record Shop".
Ho incontrato e intervistato Grahan Jones a Londra per GlobTV.

Qui sotto trovate la video-intervista:


mercoledì 17 ottobre 2012

WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS


E' con grande piacere che annuncio l'uscita di WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS, la compilation che raccoglie i contributi di 19 realtà psychoattive della nostra scena neo-Sixties che pagano tributo ad altrettanti gruppi della scena garage, beat e psichedelica degli anni 80.

Un progetto, appena uscito per la Psych Out di Cosimino Pecere, partorito dalla fervida mente di Vico Ellena degli Effervescent Elephants, che ho avuto l'onore e il piacere di curare. Un sogno che dopo quasi un anno si è trasformato in realtà e che adesso potete fare vostro su CD (con booklet di 24 pagine!) richiedendolo direttamente alla Psych Out o al vostro negoziante di fiducia (distribuzione Audioglobe).

Di seguito le note di copertina e la tracklist di WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS.

Quando, quasi cinque anni fa, iniziai a scrivere quello che sarebbe diventato “Eighties Colours. Garage, beat e psichedelia nell’Italia degli anni Ottanta” non avrei mai immaginato ciò che è poi realmente accaduto. L’uscita del libro ha avuto l’effetto di risvegliare il fuoco che covava sotto la cenere, di riaccendere l’interesse verso una stagione creativa che evidentemente, come usano dire gli inglesi, era gone but not forgotten…
Durante le serate di presentazione di “Eighties Colours” su e giù per la Penisola si respirava ancora una volta il desiderio di stare assieme, l’elettrizzante sentirsi parte di una piccola comunità di carbonari, la gioia di ritrovarsi con amici vecchi e nuovi per condividere un happening underground. Esattamente come accadeva venti/venticinque anni prima nei club sotterranei di tutta Italia. Nel frattempo alcuni gruppi avevano ripreso da un po’ la loro traiettoria artistica suonando dal vivo e pubblicando dischi (spesso bellissimi), altri hanno incrociato il loro ritorno con l’uscita del libro, altri ancora si sono incredibilmente rimessi assieme dopo lustri di inattività: tutti sono stati felicemente investiti dal vortice di entusiasmo ricreatosi attorno alla fertile stagione neo-Sixties italiana.
“Welcome Back To The Eighties Colours” vuole essere la celebrazione di questo momento di grazia. Sin dal titolo è evidente il legame ideale, il fil rouge, con il movimento underground che prese il “la” proprio con la leggendaria compilation pubblicata da Claudio Sorge nel 1985 per la sua Electric Eye. Il disco che tenete in mano, nato da un’idea del vulcanico Lodovico Ellena, non è una semplice rilettura nostalgica del passato, ma la fotografia di cosa sta ancora oggi accadendo nel rigoglioso sottobosco tricolore che trasuda di suoni garage, beat e psichedelici. È allo stesso tempo un tributo incrociato, un’esplosione di creatività, una cascata di canzoni e buone vibrazioni.
I colori degli anni Ottanta continuano a esplodere: welcome back!

TRACKLIST


1. BEPPE CANAVERO & GIOVANNI CRAVERO (from OUT OF TIME) vs Birdmen Of Alkatraz: “Song For The Convict Charlie”
2. NO STRANGE vs Eazycon: “Talpa dell’Infinito” (“Mole of Infinity”)
3. EFFERVESCENT ELEPHANTS vs Strange Flowers: “December”
4. DARIO ANTONETTI (from KRYPTASTHESIE) vs Vegetable Men: “Juri Gagarin Meets An Angel In The Sky”
5. OPERAZIONE TUONO (feat. VALERIO IMPULSIVE YOUTH) vs Sick Rose: “Do You Live In A Jail?”
6. AMERIGO VERARDI & UMBERTO PALAZZO (from ALLISON RUN) vs The Views: “Allie Flan” (“Patty Flan”)
7. TECHNICOLOUR DREAM vs Paul Chain Violet Theatre: “Luxury”
8. POLVERE DI PINGUINO vs Boohoos: “The Hoo”
9. TRIP HILL vs Leanan Sidhe: “The Music of Erich Zann”
10. LIARS vs Pikes In Panic: “Little By Little”
11. I BARBIERI vs Gli Avvoltoi: “Puoi girare il mondo con chi vuoi”
12. DOUBLE DECK FIVE vs No Strange: “L’Universo”
13. THE ACT vs Lager: “Atomic Generation”
14. EAZYCON vs Effervescent Elephants: “L’Appeso” (“Three O’ Clock”)
15. STRANGE FLOWERS vs The Liars: “Cold Girl”
16. SLEEVES vs Out Of Time: “One More Chance”
17. LAGER vs The Act: “Able and Enroled”
18. VEGETABLE MEN vs Allison Run: “Smooth Dog”
19. LODOVICO ELLENA vs Steeplejack: “(On The Road To) Sunshine Poppy Fields”

giovedì 11 ottobre 2012

The Rolling Stones "Doom And Gloom"


50 anni dopo il loro primo concerto al Marquee, guardate cosa sono ancora in grado di tirare fuori gli Stones!

"Doom And Gloom" è il primo dei due pezzi registrati la scorsa estate a Parigi.
Farà parte dell'antologia "Grrrr!", in uscita a novembre per celebrare il cinquentennale della più grande rock'n'roll band del mondo!

mercoledì 10 ottobre 2012

Wild Youth - "A Leopard Never Changes Her Spots"


Non sapevo chi fossero i Wild Youth prima di sabato scorso.

A Portobello, esattamente cinque minuti dopo avere incontrato Mick Jones dei Clash, mi sono fermato a guardare i vinili in una bancarella di dischi e a parlare con il tipo dinoccolato che li vendeva. Che ho scoperto poi essere Michael Fleck, il cantante e chitarrista dei Wild Youth.
La prima punk band sudafricana.

Michael mi ha raccontato la sua storia (nato a Londra e poi trasferitosi con la famiglia in Sud Africa) e regalato il CD, appena pubblicato, che raccoglie le incisioni della sua band.

Si intitola "A Leopard Never Changes Her Spots" e racchiude tutte le canzoni del gruppo tra quelle apparse all'epoca su singolo, su compilation e su demo.
C'è anche qualche episodio live: registrazione rozzissima ma che racchiude l'energia generata dal terzetto di Durban, composto oltre che da Fleck, voce e chitarra, anche da Rubin Rose alla batteria e Andrew Peinke al basso.

I Wild Youth si formarono nel 1978 e restarono in attività fino al 1980.
Possiamo immaginarci il contesto: i sobborghi noiosi e perbenisti di una città che aveva fatto dell'apartheid il mezzo ideale per raggiungere la "White Utopia", l'utopia di una nazione per soli bianchi con le popolazioni autoctone segregate negli slum.

I tre "bored teenagers" reagirono con un calcio nelle palle al conformismo borghese e razzista, sintonizzandosi sui suoni e lo stile oltraggioso che stava animando i loro coetanei a Londra come a New York.
Musica mai sentita a quelle latitudini. Musica ribelle. Un atteggiamento arrogante, un ghigno di sfida all'ordine costituito.

I Wild Youth riuscirono a pubblicare un singolo devastante, “Wot About Me/Radio Youth”, e due pezzi (“Record Companies”/“So Messed Up”) sulla compilation “Six Of The Best”.

Fosse uscito in Inghilterra, "Wot About Me" sarebbe diventato un classico del punk. Perchè è punk fino al midollo, in tutto e per tutto. Anche nei testi che buttano giù dal piedistallo miti vecchi e nuovi. Inclusi gli stessi eroi punk: "I don't wanna talk about Johnny Rotten, I don't wanna talk about Sid Vicious, I don't wanna talk about Joe Strummer. I just wanna talk about me! Wot about me?", cantava Fleck, mentre la sua chitarra sferragliava e la sezione ritmica macinava un robotico quattro quarti.

Dello stesso spessore sono pure la rasoiata di "Radio Youth", la rabbiosa "Record Companies" e la splendida, ramonesiana, "So Trendy". Mentre episodi come "Avalanche " e "Take Off", realizzati con il nuovo batterista Mark Gilroy, si spostano verso un post-punk nervoso che, soprattutto nel primo brano, ricorda i Wipers di Greg Sage.

Chiusa l'esperienza Wild Youth nel 1980, Michal Fleck formò i Gay Marines, un'altra oltraggiosa - sin dal nome - punk band nella cui line-up figuravano pure due italiani, Franco e Antonio Rogantin (rispettivamente batteria e basso).
In "A Leopard Never Changes Her Spots" troviamo anche vari pezzi dei Gay Marines e di altre esperienze estemporanee messe su da Fleck come i Retro's ("Wild Girl" è un'altra grande canzone) e il duo formato col francese Jean Philippe Gerboud con cui firmò un pezzo straordinario come "Back To You" in cui l'energia del punk veniva canalizzata (anche) attraverso i synth.

Per tutti i ricercatori di "nuggets" dell'era punk, aficionados di serie come "Bloodstains" e "Killed By Death" (dove i Wild Youth appaiono con due pezzi nel volume #40), un disco come "A Leopard Never Changes Her Spots" è un disco da non perdere. Una vera sorpresa.


martedì 9 ottobre 2012

Bevis Frond: intervista a Nick Saloman


Londra è un posto magico che favorisce incontri segnati dagli astri.
Non vedevo Nick Saloman, a.k.a. Bevis Frond, esattamente da 14 anni, da quando la sua band tenne un fantastico concerto al Garage di Highbury & Islington.
Era il 1998.

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e Nick ha pubblicato una quantità di bei dischi. L'ultimo dei quali, "The Leaving Of London", uscito circa un anno fa, è uno dei suoi migliori.
Due settimane fa mentre mi trovavo a spulciare dischi in un negozio di Angel mi sono imbattuto per caso in Nick, anche lui alla ricerca di vinili d'antan.

Ci mettiamo a parlare e fissiamo un incontro per la settimana successiva, per una birra e due chiacchiere, al Mucky Pup, un bel pub di Islington dove è stata realizzata quest'intervista esclusiva per GlobTV.

Enjoy it!


venerdì 5 ottobre 2012

The Barracudas: video-intervista a Robin Wills


Lunedì scorso mi sono fatto uno speciale regalo di compleanno.
Sono andato a trovare Robin Wills dei Barracudas a casa sua, nel nord di Londra.

Ho trascorso l'intero pomeriggio con il leggendario chitarrista inglese.
Robin, da vero gentleman qual è, mi ha fatto ascoltare in anteprima i brani del nuovo singolo dei Barracudas, "God Bless The 45", in uscita a gennaio 2013.
L'eponima canzone, tre minuti di power pop spettacolare che celebra l'amore per i dischi di piccolo formato, è letteralmente una bomba.
Ai livelli delle cose migliori dei 'Cudas.

E proprio dei Barracudas che si sono riformati di recente, del nuovo singolo e dell'esperienza live all'ultimo Festival Beat abbiamo parlato in questa intervista realizzata in esclusiva per GlobTV.
Enjoy it!!!

giovedì 4 ottobre 2012

I 60 anni di NME


Amato e odiato, ambito o vilipeso, il New Musical Express rimane il più influente e importante settimanale musicale del Regno Unito, se non del mondo.

Proprio in questi giorni NME festeggia il suo sessantessimo compleanno.
Un traguardo che in pochi, con la crisi conclamata dell'editoria, possono permettersi di celebrare. Men che meno tra le testate musicali.

La settimana scorsa il settimanale londinese è andato in stampa con un'edizione limitata con otto diverse copertine. Su ognuna di esse campeggiava un artista che in tempi vicini o lontani aveva già avuto l'onore di apparire sulla cover di NME: Liam Gallagher, gli Arctic Monkeys, Paul Weller, Noel Gallagher, The Killers, Manic Street Preachers, Patti Smith, John Lydon.

All'interno di questa "special issue" viene ripercorsa l'avventura del giornale, a partire dal primo numero (la cui ristampa si trova allegata nelle pagine centrali!) pubblicato il 7 marzo del 1952: costava sei pence, in copertina varie immagini dei Goons, un famoso gruppo di commedianti dell'epoca, mentre all'interno erano i musicisti jazz a farla da padroni.

Nel '56 con l'esplosione del rock'n'roll NME compie la prima delle sue innumerevoli trasformazioni: personaggi come John Lennon, Malcom McLaren e Marc Bolan iniziano ad essere degli avidi lettori.

Gli anni Sessanta vedono NME e Melody Maker contendersi lo scettro di settimanale musicale più diffuso: le gesta di Beatles e Stones, e degli infiniti altri protagonisti di quella incredibile stagione artistica, offrono materiale a non finire per intrattenere e informare i e lettori.

Arriva il nuovo decennio e lo stile della rivista cambia per sempre: nel 1971 il direttore Alan Smith inizia ad assumere una schiera di giornalisti provenienti dall'underground (tra questi il leggendario Nick Kent) che portano una ventata di freschezza e di entusiasmo. Oltre a un nuovo linguaggio molto più vicino a quello dei lettori. Perfetto per raccontare l'esplosione del punk, che verrà da lì a poco.

Gli anni 80 sono i più controversi, anche se il settimanale riesce ancora a intercettare i fermenti dell'underground. Un esempio è la cassettina "C86" che racchiude brani di indie-band del Regno Unito (tra cui Primal Scream, Wedding Present, The Shop Assistants, Pastels, The Mighty Lemon Drops, The Shrubs).
Nel 1989 lo scossone della cosiddetta scena di Madchester preannuncia un nuovo periodo d'oro per la musica inglese, e per le sorti di NME, le cui vendite ritornano a salire con l'arrivo degli anni 90 e l'esplosione del fenomeno Brit-pop.

Nel 1996 al settimanale - che negli stessi anni "fagocita" lo storico concorrente Melody Maker - si affianca l'edizione on-line che porta alle evoluzioni dei nostri giorni dove carta e Internet diventano due facce della stessa medaglia.

Sfacciatamente modaiolo, spesso anticipatore/creatore di trend, fortemente legato alle sue matrici "british" (e quindi, inevitabilmente, campanilista), NME rimane comunque una di quelle tradizioni inglesi - come i double decker, il tè, le cabine telefoniche rosse o una pinta di lager - di cui non si può fare a meno se si vive (o si trascorre un periodo) nel Regno Unito. Nonostante tutto, questa è la sua forza.
Una forza che proviene da 60 anni di storia.