venerdì 20 febbraio 2009

Fay Hallam Trinity


Se amate il suono inglese degli anni '60 e quello modernista di fine anni '70, e siete a Roma domani sera, non perdete uno degli appuntamenti underground dell'anno: il concerto di Fay Hallam Trinity.
Anche se il nome di Fay non è noto ai più, posso assicurarvi che si tratta di una vera icona dell'underground britannico.
Alcuni dati biografici: ex moglie di Graham Day, leader dei Prisoners e dei Prime Movers (due tra le più intriganti formazioni venute fuori dalla terra d'Albione negli ultimi 30 anni), tastierista di indiscusso talento, ha preso parte alle avventure di band di culto come Makin’ Time, Prime Movers (per l'appunto) e Phaze.
Si ispira, e non poteva essere altrimenti, alla stagione più creativa della musica britannica: quella di fine anni Sessanta. Non a caso il suo nuovo progetto si chiama Fay Hallam Trinity, in omaggio ai leggendari Trinity di Brian Auger, da cui ha "rubato" l'amore per l'hammond.
E proprio alla cantante che accompagnava i Trinity, Julie Driscoll, è stata accostata spesso e volentieri.
Il sound di Fay Hallam rappresenta il ponte ideale tra passato e futuro della musica inglese modernista: una miscela di Hammond beat, soul e R&B.
Niente di più cool & groovy.
Se siete a Roma domani, non mancate il contatto!

sabato 14 febbraio 2009

Ascoltati questa settimana


BABY WOODROSE "Love Comes Down", DOME LA MUERTE & THE DIGGERS "S/t" + "Sorry I'm A Digger", JOE PERRINO & THE MELLOWTONES "Love The Colours", NIKKI SUDDEN "Treasure Island" + "Groove", HOODOO GURUS "Mars Needs Guitars", VIBRATORS "Pure Mania", THE BOYS "The Boys", THE UNDERTONES "The Undertones", THE PRISONERS "A Taste of Pink", BABY WOODROSE "Dropout!", AA.VV. "Eighties Colours", B-BACK "Experiment In Colour", MORENO SPIROGI "21 Passi nel Delirio", SCREAMING TREES "Buzz Factory", THE UNCLAIMED "The Unclaimed", POLVERE DI PINGUINO "Polvere di Pinguino", WALL OF VOODOO "Call of the West", THE WHO "Who's Next", GUN CLUB "Miami", TURBONEGRO "Apocalypse Dudes", THE NERVES "One Way Ticket"...

giovedì 12 febbraio 2009

Finisce un'epoca: addio al London Astoria


Un altro pezzo di Londra che se ne va. Un’epoca che finisce.
Lo scorso 15 gennaio ha chiuso definitivamente i battenti uno dei rock club più famosi del Regno Unito: l’Astoria.
Il celebre club al 157 di Charing Cross Road, a due passi dall’incrocio con Oxford Street, è stato per oltre trent’anni un tempio del rock. Adesso sta per essere demolito. Al suo posto passerà il raddoppio della linea ferroviaria londinese chiamato Crossrail.

Il London Astoria avrebbe fatto una brutta fine comunque: i nuovi proprietari che lo avevano acquistato nel 2006 avevano in mente di trasformare questo bellissimo edificio di inizio Novecento – fu aperto nel 1927 come cinema – in una nuova struttura con appartamenti, negozi e uffici, in vista delle Olimpiadi del 2012.
La più bieca speculazione edilizia che sta trasformando i quartieri di Londra senza tener conto della storia e del valore simbolico dei luoghi.
Il London Astoria era un tempio del rock: prima come teatro e poi come club ha ospitato il meglio della scena rock mondiale. Dal suo palco sono passati nomi che hanno fatto storia come Rolling Stones, Jimi Hendrix, David Bowie, Beach Boys, Black Sabbath, gruppi che hanno segnato in tempi più recenti il rock alternativo – Nirvana, Red Hot Chili Peppers, Smashing Pumpkins, Pearl Jam, Foo Fighters, Radiohead - e che hanno rivitalizzato il suono inglese (i tanti nomi del Brit-pop, dagli Oasis ai Blur, passando per Ocean Colour Scene e Supergrass).
Fino a fenomeni più recenti come White Stripes, Franz Ferdinand, Arctic Monkeys o la splendida voce di Amy Winehouse. Solo per citarne alcuni.
Una piccola parte di un universo di band famose e meno famose che hanno calcato le assi della celebre “venue” londinese.
Personalmente all’Astoria, e al club più piccolo direttamente collegato (il LA2), ho visto diversi concerti quando abitavo a Londra alla fine degli anni ‘90.
Il più memorabile dei quali - lo ricordavo nel post in memoria di Lux Interior - fu quello dei Cramps.
Un concerto indimenticabile, in un luogo indimenticabile.
Entrando all’Astoria avevi l’impressione di entrare in un tempio del rock le cui pareti trasudavano storia, musica, emozioni, trasgressione.
Chi passa adesso da Charing Cross può ancora vedere l’edificio dell'Astoria Theatre chiuso, dietro le transenne. Tra qualche settimana, o al più tardi tra qualche mese, non ci sarà più.
E' superfluo dire che si chiude un’epoca. Per Londra e per il rock’n’roll.

martedì 10 febbraio 2009

Vivere nella Striscia di Gaza








Nuove foto inedite in arrivo dalla Palestina.

Ecco cosa rimane di Gaza dopo i bombardamenti di Israele che sono costati la vita a quasi 1500 palestinesi di cui oltre 400 bambini.

Chi pagherà la ricostruzione?

Quando i palestinesi che hanno perso la casa potranno tornare in un'abitazione degna di questo nome e non continuare a vivere nelle tende d'emergenza?

Chi ricostruirà le attività commerciali distrutte, le strade e le altre infrastrutture rase al suolo?

Sulla Palestina è calato il silenzio. I riflettori si sono spenti.

Ai cittadini del mondo, che hanno a cuore la pace e la giustizia, il compito di tenere accesa la luce sulla Striscia di Gaza.
Un grazie enorme a Marcello che continua a inviarmi quotidianamente le sue immagini da Gaza City.

lunedì 9 febbraio 2009

Eluana non c'è più: ora silenzio


Eluana Englaro non c'è più. La sua vita se n'era andata una tragica notte del 1992, ma il suo corpo ha continuato a esistere per 17 lunghi anni. Ora non c'è più.
E' un momento commovente e drammatico. Per lei e la sua famiglia.

A Beppino Englaro, padre coraggio ed eroe civile, un sincero, forte abbraccio.

Nessuna parola invece per gli sciacalli che sul dolore di questa famiglia hanno trovato l'occasione per fare i loro calcoli politici, forzare gli equilibri istituzionali e offrire una sponda ai diktat vaticani.

Il modo migliore per ricordare Eluana e la sua famiglia è pubblicare il testo del testamento biologico che ognuno di noi, se volesse, potrebbe firmare per dichiarare le proprie volontà.
Grazie a Vittorio Zambardino che l'ha pubblicato su Facebook.

luogo e data


Io sottoscritto/a ..............., nato/a a ....................il .........., nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.


Qualora fossi affetto: da una malattia allo stadio terminale, da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile, da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione, non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.


Nelle predette ipotesi: qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.


Sempre nelle predette ipotesi: Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.

Detto inoltre le seguenti disposizioni:

- non richiedo alcuna assistenza religiosa;

- il mio corpo può essere donato per trapianti;

- il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.


Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte.


Palestina 2009






Ancora delle immagini di vita quotidiana provenienti dalla Palestina.

Questi scatti inediti, che arrivano da un amico presente sul territorio (è a Gaza City), descrivono bene cosa è rimasto dopo la ritirata dell'esercito israeliano dalla Striscia di Gaza.
Nelle prime due si può vedere un ospedale gestito dalla Mezzaluna Rossa (il corrispettivo islamico della Croce Rossa): distrutto.

La terza invece è - o meglio era - una moschea, un luogo di culto, sacro.
Sacro come una sinagoga. Ma non per gli israeliani.

Ma "la cosa più allucinante", mi scrive Marcello, "è che accanto alla moschea c'era un asilo".
Anche quello, a quanto pare, nascondiglio di pericolosi terroristi in erba: raso al suolo.
Si può stare in silenzio e inerti di fronte a immagini come queste?

sabato 7 febbraio 2009

Ascoltati questa settimana


THE CRAMPS "Big Beat From Badsville" + "Songs That Lord Taught Us", MAGIC POTION "Four Wizards In Your Tea", THE VISITORS "The Visitors", ALLISON RUN "All Those Cats In The Kitchen", THE BEAT "The Beat", THE WOODY PEAKERS "Beat Solution", ROKY ERICKSON & THE ALIENS "The Evil One", DIAFRAMMA "Tre Volte Lacrime", FRANTI "Non Classificato", KINA "Se ho Vinto Se Ho Perso", THE LURKERS "Fulham Fallout", SHAM 69 "Tell Us The Truth", WEIRD WAR "Weird War", FLAMIN' GROOVIES "Flamingo", THE BANGLES "All Over The Place", BOB DYLAN "The Bootleg series vol. 3", SONIC'S RENDEZVOUS BAND "Masonic Auditorium", GLI AVVOLTOI "Il Nostro E' Solo Un Mondo Beat", BABY WOODROSE "Love Comes Down"...




venerdì 6 febbraio 2009

Palestina: per non dimenticare



Ora che il clamore mediatico è finito e le telecamere si sono spente nessuno parla più della Palestina e dei palestinesi.

Nelle città israeliane, occidentali e capitaliste, la vita è ripresa normalmente: si lavora, si esce, si consuma, si va al bar, al ristorante, in discoteca.
In Palestina no.

Ogni famiglia palestinese nella Striscia di Gaza ha ancora un dolore straziante dentro, piange un genitore, un fratello, un figlio, un bimbo o una bimba uccisi dai raid israeliani.
In molti, moltissimi hanno perso le case sotto i bombardamenti e vivono in condizioni ancora più precarie e drammatiche di un tempo.

Come testimonia questa foto che mi è appena stata inviata da Marcello, un carissimo amico che si è recato a Gaza City per vedere con i propri occhi gli effetti della recente "operazione" di Israele.
Quello che era un agglomerato urbano adesso è solo un cumulo di macerie.

Da qualsiasi punto di vista la si provi a guardare, Israele non ha giustificazioni, nè alibi.

Palestina libera, subito!

giovedì 5 febbraio 2009

Lux Interior RIP


E' proprio un anno maledetto per il rock'n'roll questo 2009.

Dopo la scomparsa di Ron Asheton, è di oggi la notizia che un altro grande se n'è andato.
Mi riferisco a Lux Interior, il leggendario iconoclasta cantante dei Cramps.
La notizia è giunta direttamente dal Glendale Memorial Hospital in California in cui Lux era stato ricoverato per problemi cardiaci.

Nato come Erick Lee Purkhiser, a Stow in Ohio, il 21 Ottobre 1948, Lux Interior - assieme alla sua compagna Poison Ivy - ha cambiato per sempre la storia del rock'n'roll con la sua strana creatura musicale: i Cramps.

Sebbene non perfettamente riconducibili all'estetica punk i Cramps vennero fuori dalla magmatica scena di New York di fine anni Settanta che ruotava attorno a club come il CBGB's e il Max’s Kansas City.

La loro immagine e la loro musica erano piuttosto influenzate dal rockabilly degli anni '50 e dal surf, dai b-movies, dalle pellicole horror, dai riti voodoo.

I loro concerti un vero rito pagano con Lux, una via di mezzo tra Elvis e Iggy Pop, che sul palco si controrceva, saltava da un amplificatore all'altro, e attirava a sè il pubblico con la sua straordinaria carica magnetica. Tanto da venire definito da un giornalista locale come
“the psychosexual werewolf/ Elvis hybrid from hell”.

La carriera dei Cramps non ha mai patito sbandate commerciali, Lux Interior e Poison Ivy sono sempre stati fedeli alla loro maniera assolutamente fuori dal comune di intendere la musica e la vita.

Ricordo di aver visto i Cramps la prima volta all'Astoria di Londra, nel 1998.
Era il tour di "Big Beat From Badsville" il disco uscito per Epitaph che ridava lustro e visibilità alla band.
I Cramps tennero un concerto devastante, pericoloso, istintivo che trasmetteva - canzone dopo canzone - una forte tensione psichica e un'incredibile carica sessuale/animalesca.

La performance di Lux fu qualcosa di strabiliante, rock'n'roll portato ai suoi estremi.

Con la sua morte il rock'n'roll non sarà più lo stesso.

lunedì 2 febbraio 2009

TALES FROM OZ #8



E' on-line su Freak Out, l'ottava "puntata" della mia rubrica dedicata al rock australiano: TALES FROM OZ.


Per leggerla, cliccate qui