venerdì 25 febbraio 2011
L'ultimo disco dei Mohicani
Ci sono luoghi in via d’estinzione che per decenni sono stati dei perfetti punti di incontro e di scambio culturale: i negozi di dischi.
In uno di questi, lo storico “Backdoor” di Torino, Maurizio Blatto ha ambientato il suo libro d’esordio “L’ultimo disco dei Mohicani” (Castelvecchi, pag. 232, euro 15). Perché “Backdoor” è il posto in cui Blatto lavora da almeno tre lustri essendone il comproprietario .
In tanti anni di onorata attività underground, l’autore ha visto passare una teoria di personaggi assurdi e ha vissuto situazioni al limite del reale. Che finalmente ha deciso di raccontarci.
La galleria di personaggi in cui ci catapulta “L’ultimo disco dei Mohicani” è incredibile.
A partire dal socio di Blatto, il temuto e temibile signor Franco, “una sorta di Pol Pot del rock indipendente” pronto a trattar male ogni cliente che non rientri nei suoi canoni particolarmente stretti di acquirente ideale.
Ci sono poi Quotidiano, collezionista accanito che deve il suo nomignolo alla frequenza con cui è solito passare in negozio, il Frocio Reale che parla al femminile ed è fan di Renato Zero, Dinamico (una volta entra in negozio e chiede “qualcosa di dinamico”; prontamente gli viene rifilato un disco dei Black Rebel Motorcycle Club), il sosia di Abatantuono periodo “I Fichissimi” che cerca - e trova - un disco di Dalida, Cloaca (facile intuire il perché del soprannome), appassionato di psichedelia e prog, o il Piastrellista che piastrellista è di mestiere, ascolta solo black music e fa(rebbe) sesso solo con donne di colore.
Ci sono poi quelli che scambiano Backdoor per la chiesa e il povero Blatto nel loro confessore di fiducia, quelli che nascondono alle mogli il patrimonio speso in dischi (Maurizio ci svela qualche trucchetto per non farsi beccare dalle consorti...) e i “gabbia”: quelli che dovrebbero essere rinchiusi in manicomio e invece sono a piede libero. E spesso e volentieri puntano dritto verso via Pinelli 45, l'indirizzo di Backdoor.
Come il Carciofo che apostrofa tutti così, o come il rumeno che entra nel negozio e si sdraia per terra “perché solo qui sento la musica di casa”.
E ci sono poi le superstar che, a volte, capitano in negozio. Da Matt Dillon che trascorre un pomeriggio, compra un disco piuttosto raro di Laura Betti (la “tragica Marlene”, amica di Pasolini) e il giorno dopo lo esibisce orgoglioso in TV da Fazio a “Che tempo che fa”.
Ma anche Thurston Moore dei Sonic Youth che quasi ci rimane secco, con una craniata contro la serranda...
Ne “L’ultimo disco dei Mohicani” si ride, si sorride e ci si riconosce. Perché Blatto, con ironia e una punta di perfidia, si sofferma sui vizi dell’appassionato di musica.
Quelli che chiunque abbia frequentato con regolarità, anche solo per un breve periodo della sua vita, un negozio di dischi sa riconoscere al volo. Siano i propri o quelli altrui.
I sintomi della “malattia” sono descritti perfettamente. Gli appassionati di musica entrano nel negozio e si mettono a spulciare il vinile assumendo la postura dei castori.
Ci sono poi i casi più gravi: quelli che puliscono i dischi e le copertine con la stessa cura dei restauratori del Cenacolo di Leonardo, quelli che rimuovono le etichette con l’alcol per l’accendino Zippo (ma velocemente, perché potrebbe lasciare l’alone…), quelli che hanno a casa tutto l’apparato per lavare i vinili e lasciarli ad asciugare (e magari non fanno mai il bucato…)
Dopo aver letto il libro di Blatto ho capito di non avere mai contratto la “malattia” in forma avanzata: ci sono casi assai più gravi e disperati del mio...
E’ un libro spassosissimo e divertente, “L’ultimo disco dei Mohicani”. In molti l’avrebbero potuto scrivere: tutti coloro che hanno un negozio di dischi indipendente, frequentato inevitabilmente da una fauna umana fatta di clienti occasionali (spesso quelli con le richieste più improbabili) e di habituè.
Maurizio Blatto ha avuto la felice intuizione di essere il primo. E lo ha fatto con verve e ironia.
Un libro consigliatissimo.
Post scriptum, per chi abita o è di passaggio a Roma: l’autore presenterà il libro sabato 19 marzo da Hellnation Store/Pick-A-Book libri, Via Nomentana 113.
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1 commento:
bella idea. un plot simile sarebbe utile per la storia del berimbau soud.....
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