lunedì 14 marzo 2011

Le mafie ci uniscono




Fratelli d'Italia, sì, ma in nome delle mafie. Nell'anno del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia è assordante e insopportabile il silenzio delle celebrazioni su uno degli aspetti tanto oscuri quanto fondanti della nostra storia comune: le criminalità organizzate.
Dalle repressioni contro le lotte contadine alla strage di Portella della Ginestra, fino agli omicidi commissionati dalla politica di militanti, giornalisti, e servitori dello Stato, il nostro è un paese che si è consolidato anche tramite il sangue versato per mano delle mafie.

“Le mafie ci uniscono”
è una campagna dell’associazione antimafie daSud, nata perché non ci convince l’impostazione ingessata di un Paese che si guarda allo specchio e vede 150 anni di storia racchiusi nella teca di un museo polveroso. Consideriamo offensiva la retorica del tricolore fine a se stessa che caratterizza il dibattito politico di questo Paese. Lavoriamo alla costruzione di un Paese solidale, fondato sui diritti e le libertà. Un paese antimafie, senza mafie.

L’Italia nasce nel 1861 e con essa viene scoperta la mafia. Oggi, dopo 150 anni, le mafie sono presenti in tutte le regioni italiane, dai paesi sperduti del sud ai salotti delle grandi città del nord, e sono diventate soggetti glocali, capaci di unire il predominio territoriale e le strategie (e gli ambiti di azione, interessi e affari) a livello europeo e mondiale. Le mafie non sono più un’emergenza legata alla questione meridionale, quanto piuttosto un elemento strutturale, seppure patologico, della modernità, del sistema economico e di potere del ventunesimo secolo.
Le mafie riguardano tutti, concretamente.

Da qui vogliamo partire, per ragionare del nostro Paese, dell’esercizio del potere, del modello economico, delle mafie e dell’antimafia. La campagna “Le mafie ci uniscono” utilizza linguaggi, tempi e modalità diverse (le parole e i disegni, gli slogan e i documenti di analisi, i fumetti e i cartoni animati, la musica e le immagini video, le foto e le iniziative di partecipazione popolare, la radio e i giornali, il siti internet e i social network, i manifesti tradizionali e le cartoline). Che si mescolano, che lanciano un unico messaggio molto semplice e diretto, lanciato proprio in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia: le mafie sono un elemento strutturale di questo Paese, da Nord a Sud. Nessuno può sentirsi escluso, nessuno può pensare di non avere responsabilità. Fingere che le mafie non ci siano, non è risolvere il problema. La creatività, la partecipazione, l’impegno, la discussione sono un inizio per cambiare.

La campagna “Le mafie ci uniscono” ha già colpito Roma con l'affissione di otto manifesti in posti nevralgici della capitale. Ma ci sono anche uno spot radiofonico (in onda da oggi su emittenti grandi e piccole), le cartoline da spedire, un videoclip e una canzone della Popucià Band che trovate qui sotto.





Per ulteriori informazioni: www.dasud.it

1 commento:

Cirano ha detto...

splendido in manifesto dell'iniziativa.....Padri, padrini e padroni!!!