Riscaldamento globale, afa insopportabile, emergenza idrica.
L'acqua sta diventando il bene più prezioso, più del petrolio. Se è vero che le multinazionali stanno già mettendo le mani sulle grandi riserve idriche naturali del pianeta per fare profitti e se numerosi analisti concordano che la prossima guerra mondiale sarà proprio per il controllo delle acque.
In questo quadro la politica, specie quella italiana, sembra essere in ritardo.
Ma l'altro giorno, con mia grande sorpresa, trovo nella cassetta della posta una pubblicazione a cura della regione Lazio intitolata semplicemente "Acqua".
All'interno tutta una serie di informazioni interessanti (rivolte per lo più agli agricoltori) e una serie di consigli pratici (il "Decalogo per il risparmio delle risorse idriche") rivolti a tutti i cittadini.
Iniziativa lodevole, penso.
Peccato che la prima fonte di spreco di risorse idriche in questo paese siano gli acquedotti (in Sicilia si perde fino al 70% di acqua).
E a Roma le fontanelle.
Ce ne sono centinaia in città, forse migliaia.
Rappresentano il perfetto ristoro per chi è assetato e accaldato.
Ma sono senza rubinetti e l'acqua sgorga fresca e corrente ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana, 365 giorni all'anno.
Milioni di litri di un bene prezioso dispersi inutilmente.
Possibile che il buon Walter Veltroni, amministratore attento e politico che sembra avere sempre l'idea giusta al momento giusto (non è per questo che oggi viene incoronato leader del Partito Democratico?), in tutti questi anni da sindaco di Roma non abbia mai pensato di fare installare dei semplici rubinetti alle migliaia di fontane pubbliche della Capitale?
Noi ci potremo anche lavare i denti "in modo ecologico", non usare l'acqua corrente per fare i piatti, aggiustare il rubinetto che gocciola e mantenere comportamenti virtuosi, ma se chi amministra il bene pubblico non fa attenzione a queste piccole/grandi cose, allora è inutile spendere tanti soldi in pubblicazioni patinate e decaloghi per il cittadino modello!
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