giovedì 17 maggio 2007

C'era una volta...Rockerilla!



Ogni volta che ritorno alla base (leggi: Reggio Calabria) mi rituffo nel passato. Apro i miei archivi e mi rimetto a spulciare tra vecchie foto, fanzine, riviste...

Questa volta è toccato a Rockerilla, quando era ancora Rockerilla.

Mi sono rimesso a leggere i numeri dei primi anni '80 e sono venute fuori delle cose incredibili. Per esempio la prima (micro) intervista ai Gun Club realizzata da Claudio Sorge e spedita da Jeffrey Lee Pierce, per il tramite di Chris D. dei Flesh Eaters, via posta!

Oppure articoli irrorati di passione sui Television, sui nostri Not Moving, sui Teardrop Explodes di Julian Cope, sulle nuove speranze della new wave U.S.A. (con gruppi che poi avrebbero fatto storia come Sonic Youth e REM).

E ancora: i testi con traduzione a fronte di Black Flag e Circle Jerks. E le recensioni in "tempo reale" dei Jam e dei Birthday Party, degli X o del Pop Group...

All'epoca quelle pagine piene di inchiostro nero che ti restava sui polpastrelli dischiudevano nuovi mondi, universi musicali sconosciuti...

A rileggerle oggi mantengono intatto tutto il loro fascino, con in più l'effetto "nostalgia factory" (per dirla alla Porcupine Tree) del tempo andato...

E se allora Rockerilla era la guida in presa diretta sui fermenti musicali che avvenivano in terra d'Albione, oltre Oceano o dalle nostre parti, oggi quei vecchi numeri un po' ingialliti sono diventati qualcosa di diverso, di straordinario.

Si sono trasformati, infatti, nella miglior enciclopedia del rock indipendente degli ultimi 25 anni.

6 commenti:

Gabriele Barone ha detto...

Sì, però è pur vero che in quel periodo c'erano ben altri gruppi rispetto ad oggi: White Stripes, Strokes, Franz Ferdinand scompaiono letteralmente rispetto a "mostri sacri" come Sonic Youth, Jam, Gun Club, ecc.
Era tutta un'altra storia.

Ciao Roberto

Gabriele

Michelle Diamond ha detto...

Concordo con il sentimento di Nostalgia rispetto a quando il tempo aveva un senso, quando c'era l'attesa della scoperta (e dell'uscita di una rivista musicale) e il bianco si distingueva nettamente dal nero, quando seguire un certo tipo di musica implicava uno stile di vita sentito nelle vene e non il caos indistinto e in tempo reale che tutto annebbia e confonde. Sigh

tony-face ha detto...

Rockerilla lo andavo a comprare in stazione a Piacenza alle 10 di mattina, perchè lì arrivava un giorno prima rispetto alle altre edicole.

A volte quando sapevo che si parlava dei Not Moving o di cose particolarmente interessanti andavo a Milano, perchè usciva un paio di giorni prima rispetto a Piacenza.

Era la nostra piccola bibbia, il collegamento con tutto ciò che c'era "fuori", il "verbo inconfutabile".
Ci scrissi anche u narticol osul movimento mod e lo tenni incorniciato a lungo.

Come dice Gabriele però allora c'era la "sostanza", lo "spessore" di certi gruppi, di una scena reale, genuina e sincera, dove nelle interviste si rispondeva con il cuore.
Adesso, con rare eccezioni, è tutto un interpretare un ruolo, più o meno assegnato dalla casa discografica.

Di Rockerilla ho tutti i numeri, dal numero 3 fino a quell idi una decina di anni fa e rileggerli è sempre una gran bella cosa

Lys ha detto...

Rockerilla! Che storia.....
credo sia stata la Bibbia Sacra per gli adolescenti rockettari che allora seguivano la scena "alternativa" di quegli anni. Parlo insomma dei quarantenni di oggi.
Erano altri tempi, altro entusiasmo. Sia da parte di chi suonava che di chi scriveva. E soprattutto da parte di chi leggeva. Ogni disco era come circondato da questo alone che sapeva già di leggenda. Perchè gli ascolti te li dovevi sudare, porca puttana. Non come oggi che tutto è a portata di mouse.
Trovare un cazzo di disco dei New Christs era una impresa con cui ti dedicavi anima e corpo, mettendo mano a penna, carta, portafogli e nel frattempo andando a rileggerti "quella" recensione talmente tante volte che ti sembrava come se il disco lo stessi davvero ascoltando, mentre ne stavi solo leggendo i commenti.
Pagine che bruciavano, come i dischi del periodo. Non mi va di fare nomi, che tanto li conosciamo tutti, ma diamine.....stavi col cazzo dritto per tutto il tempo che avevi lo stereo acceso. Mentre ora tutti sti fighettini del cazzo te lo fanno ammosciare al secondo riff.


Lys

Captain Triphill ha detto...

Non una rivista per me Rockerilla, era una Fanzine che si comprava in edicola!
molti numeri mi si sono letteralmente distutti fra le mani a forza di leggerli, mi sembrava di saperli a memoria avrei potuto partecipare a dei Quiz!!!
Poi a meta' anni novanta pian piano tutto e' cambiato. Sono arrivato a odiarla: Non mi ci rispecchiavo piu', e mi stavano sulle palle anche i giornalisti musicali, che riempivano di loro" stronzate personali" anche le piu' semplici recensioni. ( leggi: Vignola, ma tanti altri...).
Ero arrivato alla conclusione che il vecchio logorroico forse ero "io".
Poi come nel film "Risvegli" con Deniro ( in coi "doppano" un po' di anziani...), Sul finire degli anni novanta esce Bassa Fedelta'... rivivo una seconda giovinezza, riformo una piccola band, gli Star-T, e torno a registrare demo e 45' giri.
(la band avra' una vita lunga quanto quella di Bassa Fedelta'. Mi vien da pensare........)

manuel "manwell" graziani ha detto...

concordo con tutti i commenti sopra... ricordo che quando a 15-16 anni iniziai a comprare Rockerilla, i primi giorni di ogni mese mi svegliavo molto prima del solito e passavo in edicola prima di andare a scuola... pazzesco, se Rockerilla era uscito non vedevo l'ora di essere in classe per iniziare a leggerlo... ok, ora è tutto cambiato: non ci sono i gruppi di una volta, non c'è la passione di una volta (di musicisti e scribacchini rock, indistintamente)... ma non sarà pure che siamo noi a non essere più quelli di una volta?
Ti saluto... bel blog