Due tra le più importanti band australiane degli anni '80 - gli Scientists e i Beasts of Bourbon - ci regalano un ritorno in grande stile.
I primi con un disco live, registrato esattamente un anno fa (l'11 maggio 2006) allo Sheperd's Bush Empire di Londra. L'album si intitola "Sedition" (ATP/Good Fellas) e contiene il convulso set della formazione capitanata dal carismatico Kim Salmon.
Registrazione fantastica e concerto da paura: ci sono tutti i classici del gruppo, da "Swampland" a "We Had Love" passando per "Blood Red River".
Un concentrato del rock’n’roll dalle tinte oscure e dalle malcelate influenze blues, distorte e scarnificate, che influenzò - e non poco - la scena punk-blues degli anni Novanta.
L'altro gradito ritorno si intitola "Little Animals" ed è firmato dai Beast of Bourbon di Tex Perkins e Spencer P. Jones.
Autori di due classici del calibro di "The Axeman's Jazz" (1984) e "Sour Mash" (1988), i cinque non pubblicavano un disco di studio esattamente da dieci anni.
Sulla band di Sydney sembrava pendere un sortilegio: gravi incidenti (come quello occorso a Brian Hooper) e problemi di varia natura avevano compromesso l'attività artistica del quintetto.
Ma, con uno scatto degno dei tempi migliori, i Beasts of Bourbon hanno dimostrato di essere vivi e vegeti.
Prima con il live-album "Low Life", pubblicato l'anno scorso ma con registrazioni risalenti al 2003, e poi con questo vibrante“Little Animals”.
Un disco volutamente cattivo. Come ci dimostrano i furiosi mid-tempo di “I’m Gone” e “I Told You So”, la graffiante "Too Much Too Late" e le abrasive "Sleepwalker" e "I Don't Care About Nothing Anymore" con la voce di Tex Perkins ancor più ruvida e al vetriolo del solito.
Ci sono pure un brano notturno e romantico ("Little Animals") e una divertente spoken-song finale (“Thanks”), in questo album straordinario che sarebbe già in Top Ten se il mondo girasse al contrario...
I primi con un disco live, registrato esattamente un anno fa (l'11 maggio 2006) allo Sheperd's Bush Empire di Londra. L'album si intitola "Sedition" (ATP/Good Fellas) e contiene il convulso set della formazione capitanata dal carismatico Kim Salmon.
Registrazione fantastica e concerto da paura: ci sono tutti i classici del gruppo, da "Swampland" a "We Had Love" passando per "Blood Red River".
Un concentrato del rock’n’roll dalle tinte oscure e dalle malcelate influenze blues, distorte e scarnificate, che influenzò - e non poco - la scena punk-blues degli anni Novanta.
L'altro gradito ritorno si intitola "Little Animals" ed è firmato dai Beast of Bourbon di Tex Perkins e Spencer P. Jones.
Autori di due classici del calibro di "The Axeman's Jazz" (1984) e "Sour Mash" (1988), i cinque non pubblicavano un disco di studio esattamente da dieci anni.
Sulla band di Sydney sembrava pendere un sortilegio: gravi incidenti (come quello occorso a Brian Hooper) e problemi di varia natura avevano compromesso l'attività artistica del quintetto.
Ma, con uno scatto degno dei tempi migliori, i Beasts of Bourbon hanno dimostrato di essere vivi e vegeti.
Prima con il live-album "Low Life", pubblicato l'anno scorso ma con registrazioni risalenti al 2003, e poi con questo vibrante“Little Animals”.
Un disco volutamente cattivo. Come ci dimostrano i furiosi mid-tempo di “I’m Gone” e “I Told You So”, la graffiante "Too Much Too Late" e le abrasive "Sleepwalker" e "I Don't Care About Nothing Anymore" con la voce di Tex Perkins ancor più ruvida e al vetriolo del solito.
Ci sono pure un brano notturno e romantico ("Little Animals") e una divertente spoken-song finale (“Thanks”), in questo album straordinario che sarebbe già in Top Ten se il mondo girasse al contrario...
1 commento:
Ciao Roberto,
un inchino ai due grupponi di cui sopra.
Bella storia il rock australiano.
A quando, Roberto, un tuo libro sul rock australiano? Penso che, se non lo scrivi tu 'sto libro, chi deve scriverlo?!?
Saluti e buona giornata!
Gabriele
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