mercoledì 9 maggio 2007

Gli Avvoltoi sono qua!




Correva l'anno 1988 e l'Italia underground era pervasa da un fremito garage-beat-psichedelico.
Io ero un adolescente che, in una città di provincia alla periferia dell'impero (Reggio Calabria), si guardava attorno in cerca di stimoli culturali ed emozioni forti...

In pieno delirio beat (leggevo Kerouac, viaggiavo fisicamente e "mentalmente", mi accostavo alle filosofie orientali e musicalmente ero immerso negli anni '60) scopro dalle pagine di "Urlo" - fantastico bimestrale di rock italiano con cui avrei collaborato dall'anno successivo fino al 1998 - una band di Bologna che suona bitt italiano: gli Avvoltoi.

Un giorno prendo l'aliscafo e vado a Messina dove c'è Neu, l'unico negozio specializzato della zona (e punto di riferimento per gli appassionati di rock indipendente), e trovo quello che sto cercando: "Il nostro è solo un mondo beat", il debut-album del quintetto bolognese guidato da Moreno Spirogi e in cui spicca la presenza femminile dell'affascinante Ninfa.
Tornato a casa, metto su il disco e la magia si compie: gli Avvoltoi mi trasportano in un universo sonoro fuori dal tempo. Suonano beat con forti richiami ai Sixties, ma con un tocco magico-misterioso assai personale.
Tra i 10 brani del disco ci sono episodi ingenui e naif come la title-track, canzoni più grintose e impattive ("Gli Avvoltoi sono qua"), altre elaborate e vagamente psichedeliche ("Tu Lo Sai").
E diverse covers - "Tutto Nero", la "Paint It Black" dei Rolling Stones nella versione di Caterina Caselli, "Gloria" (Them) ed "Hey Joe" - italianizzate e riproposte con piglio sanguigno.
Inutile dire che il disco diventa uno dei miei ascolti fissi: sparato a tutto volume è il tormentone dei miei e dei vicini di casa!
Quel disco e il successivo "Quando verrà il giorno" (Contempo, 1990) - francamente assai inferiore al primo - sono stati ora ristampati e sottratti ad un ingiusto oblio.
Entrambi contengono abbondanti bonus-track: nel primo CD c'è l'introvabile singolo "Questa Notte" (pubblicato da Toast nel 1986, se non erro) e brani provenienti dalla compilation "Neolithic Sounds from South Europe" e dall'antologia "Ora Sai Perché" (Destination X); sul secondo un paio di inediti tratti da demos.
Belle anche le confezioni digipack: peccato solo che le belle copertine originali - presenti, peraltro, all'interno - non siano state riprodotte fedelmente sulla "front cover".
Anche se oggi possono suonare un po' "out of time", i due album degli Avvoltoi rimangono un ascolto speciale per ogni sincero appassionato di garage-beat.
Soprattutto "Il nostro è solo un mondo beat", che vi consiglio caldamente di recuperare.
So che Moreno Spirogi da un po' di tempo ha rimesso in piedi una nuova formazione degli Avvoltoi con cui si diverte a portare in giro il verbo del 'bitt' italiano e dei suoi pennuti...
Ora chi si salverà
gli Avvoltoi sono qua!!!

8 commenti:

Lys ha detto...

Ciao Roberto, benvenute alle ristampe degli Avvoltoi!!!!
L' unica cosa che mi chiedo è: perchè rinunciare lle covers originali? E ancora, perchè non viene segnalato che Neolithic Sounds era una compilation e non, come verrebbe da pensare guardando l' interno della copertina, un disco degli Avvoltoi?
Bah.....
Musicalmente parlando dissento un po' dalla tua veduta. Credo in fatti che il debutto "soffra" di una produzione troppo laccata, malgrado affidata a un veterano della scena. Era qualcosa che usciva fuori anche allora, quando il disco arrivò sui nostri piatti.
PReferivo le sbavature e le lordure del 45 su Toast, già da allora. Trovo invece più adeguata la scelta sonora, multiforme e variopinta, del secondo album. Ovvio, l' obiettivo si era spostato dal beat di base verso altre cose. Credo alla fine abbia retto meglio alle onde fameliche del tempo.
Ciao!

Lys

tony-face ha detto...

Gli Avvoltoi li ho visti un po' di volte.
Suonammo anche insieme ad Impruneta in provincia di Firenze con i Not Moving e ricordo una bellissima partita a calcio con Moreno, in un caldo torrido, con le nostre camicie psycho ridotte a stracci intrisi di sudore.

Dal vivo erano favolosi, soprattutto per me, che amavo (ed amo) tantissimo i 60's e vedere un gruppo italiano, rifare così bene e con così tanta passione QUEL suono era entusiasmante.
Meno incisivi su disco secondo me, dove hanno perso in entrambi i lavori moltissima della carica live.

Moreno l'ho incontrato l oscorso anno al Festival Beat e mi ha lasciato un suo singol osolista con una bella cover di un brano di Celentano.
Ninfa ha cantato in un brano dell'album "Italian playboys" del "mio" (fu) Link Quartet

Moreno Spirogi ha detto...

Ola Roberto!
Grazie per il post!
Per quanto riguarda le copertine è stata colpa mia...Le originali non mi piacevano, allora ho chiesto ad Abraxas/Contempo se le potevano cambiare.Tutto sommato apprezzo i commenti sia tuoi che di Lys, sono due dischi diversi, due formazioni diverse.
Era un periodo particolare, pieno di entusiasmo e di fermento dove una dimensione vera si aveva sopratutto nei concerti.
I dischi non venivano mai come volevi, anche se "Il nostro è solo un mondo beat" riuscì a vendere 5.000 copie sicuramente ha delle pecche....Ma forse questo è il bello.
Un abbraccio
Moreno Spirogi

Ciao Tony!!!!!

Captain Triphill ha detto...

...boia, c' ero anch'io, qua sopra Firenze a vedere gli Avvoltoi ed i Not Moving, e se non erro erano gli ultimi sgoccioli degli ottanta. Mammamia!
Diciamo pure che la "cultura" sonora dei vari fonici, degli studi di registrazione era pari a zero. Imperava la new wave peggiore, ed il metal, i suoni erano compressi e privi di dinamica. Ecco perche' i 45 autoprodotti in soffitta e cantine spaccavano,(filosofia garage?). Poi sulla distanza del 33, e quindi all' appoggio dello speudo-studio vero, tutto moriva. Questo vale per tutti i dischi del periodo Avvoltoi ed i Not Moving compresi.
Un paio di anni dopo entrai a suonare il basso elettriko nei Berbieri...

tony-face ha detto...

bè non sono mica tanto d'accordo.
Diciamo che al confronto con la resa live sia Not Moving che Avvoltoi hann operso molto sul disco, ma nè noi, nè loro abbiamo fatto dei brutti dischi, anzi, al di là di esserci stato nei Not Moving, anche bellini direi

Captain Triphill ha detto...

...forse sono stato frainteso...il mio riferimento era sul "SUONO", non sulla qualita' dei lavori! Ho amato i Not,Tony.
Ma anche per alcuni loro utlimi lp, la produzione e' un po' troppo spenta, al contrario dei due primi 45' Da PAURA...

tony-face ha detto...

Si in effetti album come "Sinnermen" e "Flash on you" (Not Moving intendo)se fossero stati valorizzati da un buon suono sarebbero stati altra roba, ma era il problema imperante di quegli anni in cui trovare qualcosa di ben prodotto a livelli di suoni è difficilissimo

Anonimo ha detto...

A ottobre 2009 esce il nuovo disco degli avvoltoi, non te lo perdere!