venerdì 23 gennaio 2009

Sgomberato il Cox 18. Aria di regime?


Mentre a Londra un gruppo di squatter occupa un edificio di lusso a Mayfair, a Milano la polizia sgombera il Cox 18, uno dei centri sociali più importanti del capoluogo lombardo.
E’ successo ieri mattina intorno alle 8 quando un gruppo di agenti in tenuta antisommossa è comparso davanti allo storico stabile di Via Conchetta 18, in zona Navigli, per “restituire al Comune” l’edificio che da 21 anni ospita il centro sociale e la storica libreria “Calusca City Lights” con l’archivio di Primo Moroni.

L’appello lanciato dal sito del Cox 18 è stato immediato: “22 gennaio 2009, ore 08.00. Alla fine sono arrivati. Sono già davanti al portone per sgomberare il centro. Non permettiamo l’ennesimo sgombero a Milano. Proviamo a opporci. Venite tutti”.
Ma non c’è stato nulla da fare. Il Conchetta è stato sgomberato. Solo sulla libreria che contiene il prezioso archivio di Primo Moroni sulla storia dei movimenti antagonisti in Italia è rimasto uno spiraglio aperto. Custodia, ma non sequestro, vista anche l’assenza di un mandato che giustificasse l’azione di sgombero.

La figlia dello scomparso leader della sinistra extraparlamentare, Maysa Moroni, ha lanciato un appello affinché l’archivio del padre, costituito da libri, volantini, manifesti e documenti che ricostruiscono i movimenti di protesta degli anni ’70, ’80 e ’90, non venga disperso.
“Un patrimonio dal valore inestimabile che mio padre ha raccolto nel corso di tutta la sua vita”, ha affermato Maysa Moroni, ricordando che all’interno del Cox 18 non si svolgono solo le attività socio-culturali del Centro, ma viene ospitata anche la libreria “Calusca” . Libreria che ha continuato a vivere anche dopo la scomparsa di Moroni avvenuta nel 1998.
“La libreria “Calusca” è nata nel 1971 sulla spinta dei grandi movimenti di protesta. Mio padre ha sempre fatto in modo che fosse un luogo di incontro e di diffusione della cultura. E’ stata a Milano un punto di riferimento per il mondo della sinistra, non solo extraparlamentare, e della cultura. E continua a esserlo anche in questi tempi in cui viviamo una Milano arida”.

Il Cox 18 è stato negli anni un luogo propulsivo di culture antagoniste e underground.
Appare in tutta la sua evidenza che l’azione repressiva contro uno dei centri sociali storici di Milano non rientra in un contesto di lotta alla criminalità, ma si configura come il primo tassello di un progetto a più ampio respiro volto a colpire qualsiasi forma residua di conflitto sociale e intellettuale. Le parole del vicesindaco di Milano, De Corato, ne sono una conferma ampia e prevedibile: “Altri si preparino”. Con un riferimento neppure tanto velato ai centri sociali “Pergola” e “Transiti”.

Al di là del fatto in sé, grave nei modi quanto nelle motivazioni, preoccupa il clima di intolleranza che si sta diffondendo verso chi manifesta la propria diversità intellettuale, culturale e politica.
In un paese narcotizzato dallo strapotere mediatico e culturale berlusconiano (passato, nel corso degli anni, attraverso Isole e Grandi Fratelli, veline e tronisti, culi e tette in libertà…), gli spazi di agibilità democratica si stanno sempre più restringendo, sino a ridursi al lumicino.
Si vuole rimuovere la diversità, omologare tutti al pensiero unico del “produci – consuma – crepa”. E cosa ancor più grave, con l’acquiescenza di una “opposizione consenziente”.

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