sabato 1 maggio 2010

1 Maggio: Festa del (non) Lavoro



Una volta era la festa dei lavoratori, delle conquiste sindacali e sociali, delle lotte della classe operaia che avevano portato a un cambiamento nella società e a condizioni di lavoro e di salario accettabili per tutti.

Poi è arrivata la flessibilità e quindi la precarietà che, come era ampiamente prevedibile, si sono trasformate in "precarietà permanente": un terribile ossimoro per due generazioni di italiani che, per la prima volta dal dopoguerra, vivono in condizioni peggiori dei propri genitori, vedendo di fatto annullate un secolo di conquiste sociali.

Non solo la scomparsa del posto fisso (che di per sè potrebbe pure starci), ma l'abolizione di qualsiasi tipo di tutela, di qualsiasi forma di rete di protezione sociale. Contratti a tempo che, una volta scaduti, non danno diritto ad alcun tipo di assistenza sociale, che producono l'impossibilità di acquistare una casa, di fare un progetto, di programmare un minimo di futuro. Che ti negano una vita dignitosa.

Tutto ciò nell'acquiescenza dei sindacati che continuano a proteggere i protetti (pensionati e lavoratori a tempo indeterminato) e del sedicente centro-sinistra, impelagato prima in squallide lotte di potere e oggi nell'incapacità a dar vita a un partito degno di tal nome e a un progetto complessivo di riforma della società italiana.

Nel giorno che fu della Festa del Lavoro e che oggi si è trasformato nella Festa del Non Lavoro, chiediamo la grazia a Lui: a San Precario.

L'unico che può salvarci da un destino segnato.

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